Tamburi sul mare per pace e dialogo

Il 23 settembre, al tramonto, il Mediterraneo intero sarà avvolto dal suono di migliaia di tamburi in un concerto diffuso per chiedere la pace e il dialogo da una sponda all’altra del Mare Nostrum. L’evento principale di Peacedrums si svolgerà nell’isola di Lampedusa.

Scriveva Predrag Matvejević nel suo Breviario Mediterraneo: «Il Mediterraneo non è solo geografia. I suoi confini non sono definiti né nello spazio né nel tempo. Non sappiamo come fare a determinarli e in che modo: sono irriducibili alla sovranità o alla storia, non sono né statali né nazionali: somigliano al cerchio di gesso che continua ad essere descritto e cancellato, che le onde e i venti, le imprese e le ispirazioni allargano e restringono».

Ecco, grazie a Peacedrums, ispirazione che diventa impresa, il confine del Mediterraneo si è spostato, fino a comprendere anche Milano. È qui, infatti, che è nata l’idea di questo concerto “diffuso”, da costa a costa, per sensibilizzare alla pace e al dialogo tra i popoli.

Per la precisione, tutto ha avuto origine nel cuore e nella testa di Filippo Sciacca, esperto di marketing sostenibile, originario di Letojanni, in provincia di Messina che racconta: «È successo mentre stavo lavorando, con altri due siciliani come me, all’organizzazione di 1000 beats, un weekend dedicato al mondo delle percussioni che si è svolto nel Parco Archeologico di Selinunte, dal 28 aprile al primo maggio».

Filippo è come ossessionato da quel titolo: 1000 beats, mille battiti. Battiti! Non riesce a toglierseli dalla testa. Finché, finalmente, comprende. «Ho capito che quel qualcosa che non riuscivo ad identificare dentro di me erano i battiti dei cuori di tutti quei ragazzi che cercano di attraversare il Mediterraneo pieni di speranza, che smettono di battere uno dopo l’altro perché non ce la fanno a raggiungere la costa, Lampedusa, e si spengono in fondo al mare. A quel punto, per me non è esistito più niente. Dovevo trasformare quel dolore in azione».

Filippo cerca Giusy Nicolini, oggi ex sindaco di Lampedusa, che gli assicura il suo sostegno e così l’ispirazione pian piano diventa davvero impresa.

«Peacedrums è un atto di dolore che vuole ridestare le coscienze di tutti coloro che credono nei valori della pace e del dialogo e che, in questo momento così difficile, si sentono la minoranza. Noi vogliamo mostrare che invece siamo la maggioranza. Ecco, il 23 settembre, tutti quelli che non vogliono più sentire il rumore delle armi o le grida delle persone che affogano nel Mediterraneo diano un segno. Basta un semplice battito di tamburo. Una mano forte sul tamburo. Simbolicamente».

Come fare per partecipare? Basta andare sul sito e iscriversi. Le categorie vanno dall’amatoriale all’artista, dall’associazione-ente musicale, al club-teatro-festival.

«Siamo aperti alla collaborazione con tutti. Io credo che la viralità più potente sarà quella della semplicità di chi porta il figlio o il cugino in piazza e suona… Anche a Lampedusa, Milano e Catania, dove saremo in live streaming, vogliamo mantenere questa varietà che va dal professionista al dilettante. Perché tutti hanno pari dignità di fronte alla pace e al dialogo».

Per realizzare questo sogno, è stata promossa anche una campagna di crowdfunding. «Ma per l’evento useremo solo il 50% del ricavato – spiega Filippo –. L’altra metà, grazie alla collaborazione con Emma for Peace e Festival delle Generazioni, sarà spesa nell’acquisto di strumenti musicali per l’Istituto omnicomprensivo Luigi Pirandello di Lampedusa e per il Conservatorio di Musica di Damasco».

Il via al concerto sarà dato il 23 settembre da Lampedusa. Da altre sponde, piazze, spiagge del mondo altri percussionisti, dilettanti e professionisti, risponderanno al richiamo. Caro Predrag, per un giorno sarà il suono dei tamburi a disegnare i confini del Mare Nostrum. Te lo saresti mai aspettato?

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