Taglio delle emissioni inquinanti per i mezzi pesanti
Continua l’impegno dell’Unione Europea (Ue) nella difesa dell’ambiente e, in particolare, nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Infatti, secondo all’accordo sul clima di Parigi, l’Ue si è impegnata a ridurre i gas serra di almeno il 40% rispetto ai livelli del 1990, entro il 2030, anticipando gli stessi obiettivi del 2030 al 2022.
Purtroppo, il settore dei trasporti risulta essere l’unico in cui le emissioni nocive sono in aumento e, per questo, l’Ue ha stabilito una riduzione delle emissioni di anidride carbonica (CO2) dei nuovi camion e dei nuovi autobus del 30% entro il 2030, con una riduzione del 15% già nel 2025. In particolare, i veicoli pesanti sono responsabili del 27% delle emissioni di CO2 nel trasporto su strada e di quasi il 5% delle emissioni di gas a effetto serra nell’Ue, pur rappresentando solo il 5% dei veicoli sulle strade europee (dati 2016). Dal 1990, le emissioni di veicoli pesanti sono aumentate del 25%, principalmente a causa di un aumento del traffico merci su strada, e, in assenza di nuove politiche, è previsto che aumenteranno ulteriormente.
Per questo, i produttori europei (si pensi a Daimler, il più grande produttore europeo di camion, nonché Man di Volkswagen, o a Volvo, all’italiana Iveco, a Paccar o a Scania, anch’essi parte di Volkswagen) dovranno ridurre le emissioni di CO2 dei loro nuovi mezzi del 30% entro il 2030, mentre entro il 2025 il 2% dei nuovi veicoli pesanti prodotti dovrà essere a zero o a basse emissioni. Questa normativa si tradurrà in una riduzione dei costi grazie alla necessità di utilizzare meno carburante, con la conseguente minore produzione di CO2 e particelle inquinanti ed una migliore qualità dell’aria.
Il nuovo regolamento è entrato in vigore il 14 agosto 2019, che fa seguito ad una proposta della Commissione Europea del maggio 2018, dopo un negoziato tra il Parlamento europeo ed il Consiglio dell’Ue conclusosi il 13 giugno. Il relatore del regolamento, l’europarlamentare dei Verdi Bas Eickhout, ha dichiarato che «il regolamento ora va oltre l’originale proposto dalla Commissione europea e contribuirà a ridurre l’inquinamento sulle nostre strade e a migliorare la qualità dell’aria. È vergognoso che alcuni governi continuino a mettere gli interessi della loro industria prima degli interessi della popolazione, in particolare la Germania e alcuni Stati membri dell’Europa centrale hanno bloccato obiettivi più ambiziosi, i motori più puliti possono creare un clima più pulito e posti di lavoro nel futuro. È tempo che gli Stati membri dell’Ue frenino il loro supporto miope per il motore a combustione e incoraggiano invece lo sviluppo di alternative più ecologiche che, alla fine, gioveranno anche al settore».
I benefici attesi dall’entrata in vigore del nuovo regolamento si concretizzeranno in una riduzione di circa 54 milioni di tonnellate di CO2 tra il 2020 e il 2030, un risparmio di carburante pari a circa € 25.000 nei primi 5 anni di utilizzo per un nuovo camion acquistato nel 2025 e fino a circa € 55.000 nei primi 5 anni di utilizzo per un nuovo camion acquistato nel 2030, un risparmio di circa 170 milioni di tonnellate di petrolio tra il 2020 e il 2040, ma anche in un aumento del Prodotto Interno Lordo (Pil) e nella creazione di nuovi posti di lavoro.
Infine, è stato previsto un meccanismo di incentivazione per veicoli a emissioni zero o a basse emissioni, con un sistema di super-crediti che sarà in vigore dal 2019 al 2024.
D’altronde, come osservato dall’Associazione europea dei produttori di automobili (Acea), gli Stati membri dell’Ue devono migliorare le infrastrutture di ricarica e rifornimento per i camion elettrici e a idrogeno che sono praticamente inesistenti, nonché sviluppare ulteriormente quelle per i camion alimentati a gas naturale.