Sviluppare la legalità organizzata
Hanno destato grande preoccupazione sul futuro del Paese i numerosi episodi di corruzione e di appropriazione di denaro pubblico, così come l’incremento di investimenti e operazioni finanziarie che la criminalità organizzata, con il riciclaggio dei capitali sporchi, va operando in regioni che, fino a poco tempo fa, erano considerate immuni dal contagio mafioso.
Ma il 2012 si è contraddistinto pure per una serie di importanti successi per i tanti milioni di euro sequestrati e confiscati ai boss e ai loro prestanome. Importanti anche le catture di latitanti eccellenti. Dietro una latitanza mafiosa ci sono molte complicità, connivenze e, soprattutto, tantissima omertà. La cattura di un latitante di mafia (che quasi sempre avviene nel proprio territorio di riferimento) rappresenta allora un segnale prezioso per una comunità che cerca di liberarsi dall’assoggettamento mafioso.
Mi auguro che, riguardo al contrasto patrimoniale – lo strumento più efficace nella lotta alla mafia –, si facciano altri decisivi passi in avanti. Occorre che i patrimoni confiscati vengano poi effettivamente utilizzati per l’attività di contrasto o per finanziare progetti a favore di persone bisognose.
La vera forza della criminalità organizzata risiede nella sua capacità di delinquere agendo “a corpo”. Spero che il 2013 veda svilupparsi una legalità organizzata, ovvero un sistema in cui tutte le componenti sociali e istituzionali siano capaci di avviare una comune e unitaria attività di contrasto, facendo crescere quella cultura del “noi” che è alla base del modello di legalità della nostra stupenda Carta costituzionale.