Svetlana Zakharova superba Bayadère

All’Opera di Roma lo sfarzoso melodramma in danza ideato da Petipa per la corte zarista. Eccessivo in scenografia e mimica, si riscatta per gli interpreti e la coreografia
Svetlana-Zakharova-Nikija ballerina

 Scene e costumi fastosi. Fachiri e un buddha dorato. Una reggia popolata da ancelle velate. La sfarzosa Bayadere, ispirata alla leggenda di Sakuntala, è un melodramma pieno di azioni, di danze e atmosfere esotiche per un’India da favola, ma anche con tanto kitsch.

Il ballettone, nato dalla mente fervida di Marius Petipa per la corte zarista nella stagione tardo-romantica russa che segna una demarcazione netta tra il romanticismo estremo e la sua fine nel decadentismo, è l’avventurosa storia dell’amore impossibile tra un giovane guerriero, Solor, e la baiadera del tempio, Nikia. I due si incontrano di nascosto, ma li scopre il Gran bramino, anche lui sedotto dalla sua bellezza, che geloso, quando Solor viene prescelto dal Rajha come genero per la figlia Gamzatti, va a spifferare tutto. Risultato: Solor, che di fronte al potere del Rajah non ha il coraggio di dire che in realtà è innamorato della baiadera, firma il suo destino d’infelicità. La povera e ingenua Nikia, così, ci lascia a metà balletto lasciando libero il campo al matrimonio fra il guerriero fedigrafo che le aveva giurato eterno amore, e la superba Gamzatti.

 

All’intreccio non manca nulla: né la furia omicida della promessa sposa, che, complice il padre, provvede ad eliminare la rivale tramite il morso di un aspide nascosto in una cesta di fiori; né i fumi d’oppio che, nell’ultimo atto, stordiscono l’infelice innamorato e lo fanno vaneggiare; né l’ombra dell’amata evocata proprio dal vaneggiamento e che apparirà con le ombre di altre bayadere.

 

Il balletto resta, come dicevamo, uno sfarzoso melodramma, con eccessi di mimica e di drammaturgia, che risulta vecchio e poco convincente. Ma ci sono memorabili passi a due a ricordarci la bellezza del balletto romantico e della grande arte coreografica di Petipa. I momenti topici sono il grand pas de deux tra i due amanti; la danza di morte di lei; l’uscita delle trentadue bayadere, impalpabili fantasmi nell’ipnotica scena lunare. Quest’ultima è il famoso “Atto delle ombre”, la sequenza migliore di tutta l’opera, in cui l’amata viene evocata dopo che le ombre, una ad una, sono uscite in una lunga cantilena di arabesque penchée

 

Bel colpo per il teatro dell’Opera – in questa versione creata dal coreografo georgiano Rafael Avnikjan nel 2002 per il teatro Nazionale Slovacco e poi ripresa nel 2009 a Lubiana in collaborazione con il teatro di Maribor – aver ingaggiato alcune tra le più famose ballerine della danza internazionale, che si alternano nelle repliche. Ma la star più luminosa è la superba Svetlana Zakharova che, alla prima, ha provocato entusiasmi da stadio. Completo dominio della scena e padronanza assoluta del ruolo (tecnicamente insidioso), Zakharova sa unire i languori orientali a momenti di grande virtuosismo, con quelle braccia avvolgenti come giunchi, e arabesque oltre l’umano. Altra felice presenza è Olga Esina dell’Opera di Vienna. Meno carismatico è il partner Alexander Volchkov, primo ballerino del Teatro Bolshoj.

 

La Zakarova sarà ospite al galà di danza Italia – Russia, Gala 2011, il prossimo 31 ottobre al Teatro dell’Opera di Roma, al quale parteciperanno alcuni fra i più grandi ballerini russi ed italiani. Fra questi: Ulyana Lopatkyna, prima ballerina del Mariinsky di San Pietroburgo, Eugenia Obraztsova, tra le ospiti del Gala Roberto Bolle and Friends, Alessio Carbone, Vyacheslav Lopatin, Giuseppe Picone, Alessandro Macario. Direttore artistico della serata, organizzata da Olga Balakleets, ambasciatrice della cultura russa, è il leggendario Vladimir Vasiliev.

 

Informazioni e prevendite per ITALIA-RUSSIA, GALA 2011 www.operaroma.it <http://www.operaroma.it/> ;
www.vivaticket.it  Call Center: 800 907080 – +39 041 2719003

 

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