Suor Sandionigi, sentirsi fratelli al di là delle parole

Suor Maridele Sandionigi ci racconta una missione di solidarietà in Ucraina con la forza della comunità
Suore Figlie di Maria Ausiliatrice con gli aiuti destinati a supportare la popolazione in Ucraina.

La pace si costruisce con gesti concreti, cogliendo ogni giorno l’opportunità che ci viene offerta di non rimanere spettatori degli eventi, ma di essere parte attiva, promotori di una catena di bene. «Nessuno può salvarsi da solo», ricorda papa Francesco nel Messaggio per la LVI Giornata Mondiale della Pace invitando tutti a riscoprire la centralità della parola “insieme” perché solo insieme, nella fratellanza e nella solidarietà, si possono superare gli eventi più dolorosi e promuovere azioni di pace. Bisogna mettersi al servizio del bene. «Se la realtà ti interpella e chiede la tua diretta partecipazione, devi rispondere», commenta suor Maridele Sandionigi, Figlia di Maria Ausiliatrice, dell’Ispettoria Lombarda Sacra Famiglia, insegnante all’Istituto Maria Ausiliatrice di Lecco. «Quando la Russia ha iniziato a invadere l’Ucraina, mi ha profondamente colpito l’apprensione dei ragazzi della scuola». Da allora più volte le religiose, in stretto contatto con i salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice in Ucraina, hanno inviato aiuti alla popolazione ucraina mettendo in rete la solidarietà di tante persone.

sr Maridele
Sr Maridele con dott. Mario Tavola, ideatore del viaggio

«Ai primi di dicembre un amico mi ha chiamata dicendo: “in Ucraina fa freddo e noi siamo al caldo. Che cosa facciamo?”», racconta la religiosa. «Ho detto: non possiamo andare in Polonia perché le cose rimangono ferme troppo tempo alla frontiera, bisogna arrivare in Ucraina. Ho fatto il passaporto d’urgenza, poi ho chiamato Paride Lanciani, fondatore dell’Associazione Kira di Verzuolo, in provincia di Cuneo, chiedendo se voleva fare il viaggio con noi». Insieme si programma la partenza. In Ucraina c’è bisogno di coperte, generatori di corrente, beni di prima necessità. «Io ho semplicemente mandato un whatsapp ai miei gruppi chiedendo di farlo girare ed è stata veramente una sorpresa perché sia tramite Whatsapp, che con la rete di relazioni che abbiamo a Lecco, siamo riusciti a portare in Ucraina 20 generatori», ricorda suor Maridele.

La forza della comunità

«La cosa che vorrei sottolineare è la forza della comunità, che non ha un’appartenenza religiosa o politica. La comunità e le istituzioni hanno dato una risposta molto significativa e siamo riusciti a partire con 5 furgoni. La Chiesa Ortodossa di Lecco ha dato un contributo economico con cui abbiamo comprato i generatori, il Banco alimentare ci ha regalato circa 50 scatole di alimenti, le persone hanno portato tantissime coperte, siamo andati con i pulmini strapieni e il mese prossimo porteremo altre cose. Ci ha sostenuto la Fondazione Comunitaria del Lecchese, una fondazione di solidarietà, Confindustria Lecco, Canadian Italia, che ha regalato i sacchi a pelo, e tante altre associazioni e fondazioni».

Pulmini carichi di aiuti in viaggio verso l’Ucraina

In questa gara di solidarietà anche gli alunni dell’Istituto Maria Ausiliatrice hanno partecipato attivamente: i bambini della scuola dell’infanzia hanno raccolto il cibo, i ragazzi delle scuole medie e superiori hanno dato offerte per comprare regali di Natale ai bambini della scuola delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Kiev. Qui le religiose hanno una scuola che è regolarmente aperta perché hanno costruito un rifugio antiaereo, arredandolo con banchi e sedie, dove gli studenti possono fare lezione quando scatta l’allarme antiaereo. Quasi ogni giorno, infatti, la città viene bombardata e vengono colpite soprattutto le infrastrutture.

Il generatore per l’ospedale da campo

Completati i preparativi, il 15 dicembre ci si mette in viaggio. Dopo 5 ore di attesa alla frontiera e parecchi chilometri, si arriva a Leopoli dove i salesiani danno da mangiare tutti i giorni a 350 profughi e in casa ospitano 70 orfani. Da lì, poi, portano aiuti alle famiglie raggiungendo le zone di Kherson e Odessa, dove il pericolo della guerra è maggiore. «Abbiamo portato un generatore di 60 kilowatt a Izum per un ospedale civile che è un ospedale da campo perché l’ospedale è stato raso al suolo», dice sr Sandionigi.

Donne e bambini ucraini in fila alla frontiera verso la Polonia sotto la neve

«La cosa più drammatica è quella che ho visto uscendo dall’Ucraina nella frontiera verso la Polonia. Nella colonna a fianco alla nostra c’erano tanti pullman pieni di persone che dovevano scendere ed andare nei container per fare il check delle valigie. Erano donne con i bambini e fuori nevicava. Vederli camminare, nella settimana prima di Natale, verso un luogo sicuro ma dove sarebbero stati ospiti, mi ha stretto il cuore. Ho pensato: se quel bambino fosse mio nipote, non starei a guardare. È importante sentirsi fratelli al di là delle parole».

La casa con le bandiere dell’Ucraina e dell’Ue mostrata ai ragazzi dell’Istituto

Tornata a Lecco, suor Maridele racconta l’esperienza del viaggio ai ragazzi del suo istituto e mostra la foto di una casa fuori dalla quale sono esposte sia la bandiera dell’Ucraina che quella dell’Unione europea. «Ho detto che queste persone sono disposte a perdere il loro benessere pur di avere i valori dell’Unione europea a casa loro, mentre noi li abbiamo e li diamo per scontati: la democrazia, la libertà di pensiero e di espressione, la possibilità di andare a scuola. Noi siamo scuola ambasciatrice di economia civile ed educhiamo i ragazzi all’economia civile, alla pace, alla giustizia sociale, ai valori della dottrina sociale della Chiesa, ai principi della Laudato si’».

Mentre si pensa già a un nuovo viaggio, resta indelebile il ricordo dell’esperienza vissuta: «Quello che mi porto positivamente – conclude sr Maridele – è quanto bene si può fare se lo fai insieme. La catena di bene che si è attivata mi riempie il cuore di riconoscenza e di fiducia negli altri, in un nuovo umanesimo segnato dalla fiducia e dall’ottimismo verso la specie umana».

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