Suor Maria De Coppi, il dono di una vita
Suor Maria De Coppi, 83 anni, originaria della provincia di Treviso, era nel Paese dal 1963 e aveva svolto il suo servizio in diverse missioni: Anchilo, Meconta, Alua e Chipene, dedicandosi alla pastorale parrocchiale e alla formazione delle donne. In una recente intervista a Terra e missione aveva dichiarato: «Cerco di essere vicina alle persone, soprattutto ascoltando quello che mi dicono. Nonostante la povertà materiale, ascoltare gli altri rimane un grande dono, è riconoscere la loro dignità».
Al suo arrivo il Mozambico era una colonia portoghese e, nei primi anni della sua permanenza, sr Maria si trova a vivere l’esperienza della guerra per l’indipendenza, della guerra civile, sperando sempre che la pace sarebbe arrivata.
Giunge finalmente il momento della pace, della ricostruzione e le persone ricominciano a vivere, costruire, viaggiare, sognare un futuro per i propri figli. «La guerra è finita, la guerra è finita. Sembrava un sogno… –aveva raccontato suor Maria. E subito dopo le donne che erano venute all’ospedale, presero i loro cesti con i loro piccoli pani da loro preparati per offrirli. Vedo un soldato che va a comprarne altri insieme ai fagioli e li offre ai guerriglieri. Poi tutti si abbracciano. Chi era scappato comincia a ritornare… è stato un momento bellissimo… Abbiamo danzato di gioia, danzato la pace. Che bella la Pace: tutti insieme. Tutti fratelli». Ma la pace dura poco.
Il Mozambico possiede grandissimi giacimenti di gas che attirano gli investimenti internazionali, ma sono anche causa di una guerra che, dal 2017, provoca migliaia di morti e sfollati: le persone, costrette dal governo di Maputo a lasciare le zone dove sono installati progetti di estrazione, devono cercare casa altrove. In questo contesto di povertà e ingiustizia si inserisce l’influenza islamista di predicatori stranieri che alimentano una guerriglia di miliziani shabaab (i giovani) per avere il controllo del territorio e delle risorse locali. Sr. Maria è sempre al fianco del popolo che soffre e sta accanto ad ogni persona ascoltando, incoraggiando, portando speranza.
Negli ultimi anni, a causa della sua salute, non riesce a raggiungere le cappelle e trascorre le giornate accogliendo le persone, ascoltando le loro situazioni, passando del tempo con loro, condividendo piccoli e grandi problemi.
Arriva poi la sera di martedì 6 settembre 2022. Sr. Maria è preoccupata: i disordini, le guerriglie, le persone che scappano. Fa un’ultima telefonata in Italia alla nipote, sr. Gabriella Bottani, anche lei Missionaria Comboniana e le racconta quanto accade: dopo l’arrivo dell’esercito nella regione nord di Capo Delgado, molti dei terroristi che avevano devastato la regione stavano attraversando il fiume Lurio e avvicinandosi sempre più alla sua missione. Nel pomeriggio suor Maria era andata all’Ufficio dell’amministrazione pubblica e aveva scoperto che erano andati via tutti. «Siamo rimasti solo noi missionari», ha detto.
«Non era la prima volta che sr. Maria si trovava a vivere situazioni di violenza – racconta sr Gabriella sulle pagine del sito delle Missionarie Comboniane – questa volta, però, il dono della sua vita è stato totale e, non a caso, nel mese dedicato alla Laudato Si’». Sr. Maria, infatti, aveva ricevuto dai genitori l’amore per la terra e lo aveva trasmesso alla sua gente, incoraggiando a coltivare, regalando i semi per cominciare e trascorrendo le giornate nei campi, arando e seminando. «Sì, zia è una martire della Laudato Si’ – afferma la nipote –, nella sua semplicità e nella sua fedeltà all’Amore di Dio per la cura delle persone e della terra».
__
Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre riviste, i corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it