Suor Cristina e la vittoria dello show-business
Ha vinto lei, com’era più che prevedibile. E ha trionfato, paradossalmente, per gli stessi motivi per cui qualche settimana fa la barbuta Conchita Wurst aveva vinto l’Eurofestival: l’accoppiata talento più effetto spiazzante. Una sorpresa che nello show-business ha sempre funzionato, specie in tempi di crisi – creative e non – come questi. Suor Cristina da Comiso ha una gran voce, simpatia e genuinità a carrettate, e un senso dello spettacolo frutto di predisposizione naturale e di dura applicazione. Ma difficilmente il mix sarebbe bastato a trasformarla in quel fenomeno planetario che è diventata fin dalla sua prima apparizione nel grande Barnum del talent carraresco. Ma se non c'è dubbio che sia stato l'effetto Sister Act l’ingrediente che più di ogni altro ha trasformato in un amen un’anonima venticinquenne in una popstar capace di raccattare decine di milioni di aficionados in tutto il mondo, è altrettanto vero che è proprio su questo che si giocherà il futuro professionale (e fors’anche vocazionale) della suorina ragusana. E su questo, critica e pubblico – specie quelli cattolici-sono già divisi su almeno due fronti contrapposti: in sintesi, chi riconduce il fenomeno a una sorta di estensione spettacolarizzata di una chiesa che ritiene fondamentale il tornare a “parlare alla gente” con i modi e le grammatiche tipiche del popolo, echi lo ritiene una sua banalizzazione mediatica, e dunque, alla fin fine, addirittura controproducente. Per quel che m'è dato di sentire e capire in queste settimane, credo che in suor Cristina – a prescindere dalle sue encomiabili aspirazioni – convivano dialetticamente entrambe queste potenzialità. Da qui lo stress patito e che dovrà ancor più imparare a sopportare nel prossimo futuro,e anche la delicatezza di gestione di un successo così repentino ed eclatante. A poche ore dalla sua prima performance televisiva ebbi modo di esprimere su queste stesse pagine web alcune mie perplessità: in primis sul fatto che fosse assai più probabile che fosse il sistema mass-mediatico a cambiare lei piuttosto che il contrario. Lo confermo anche oggi. Ciò detto, tanti auguri di tutto cuore, sorella: sappia che nel più profondo di me spero tanto di sbagliarmi…