Suor Cifelli, in Guinea Bissau costruiamo un futuro di pace
La Guinea Bissau è un piccolo angolo d’Africa con a largo piccolissime isole tra le quali l’arcipelago delle Bijagos, possiede ricchezze naturali di straordinaria bellezza e biodiversità rare, alcune già patrimonio dell’UNESCO.
L’instabilità della situazione politico-sociale impedisce al Paese di crescere e offrire opportunità soprattutto ai giovani. Nel 1980, le suore Adoratrici del Sangue di Cristo sono andate lì per aprire una missione. Abbiamo intervistato suor Maria Cifelli, missionaria da tanti anni in Guinea-Bissau.
Suor Cifelli, al vostro arrivo in Guinea Bissau quale era la situazione del Paese?
La situazione politico-socio-sanitaria di quei tempi era disastrosa per povertà, fame, mortalità infantile e assoluta mancanza di organizzazione ad ogni livello. La Guinea Bissau, uscita da poco da lunghissimi anni di guerra di liberazione coloniale e da due anni di una terribile siccità, era un vero deserto, strangolata anche dal mercato chiuso, dalla mancanza di istruzione scolastica e di assenza di generi alimentari di prima necessità.
Vi siete subito messe a lavoro…
Da subito abbiamo cercato i giovani, sempre allegri e affamati; essi ci seguivano, ammirati e non abituati a vedere giovani suore tra loro e sempre in movimento tra la gente. Con loro praticavamo il creolo, lingua nazionale, e realizzavamo attività musicali e teatrali, sollecitate pure dalla loro naturale tendenza alla recitazione e ad arrangiarsi senza troppi mezzi; aiutate poi da due catechisti locali, li iniziammo al cammino di fede e alla preghiera comunitaria. Annunciando il Signore e curando malattie, tentavamo di arrivare al cuore della gente, scoprendo così nel popolo guineano una forte tendenza al trascendente, espressa nei riti delle religioni tradizionali delle loro numerose etnie (sono una trentina nella piccola Guinea!).
L’analfabetismo era molto diffuso, specialmente tra le donne. Così abbiamo avviato la scuola di alfabetizzazione per le donne, in aule improvvisate all’ombra dei grandi alberi di mango e dirette da maestri locali, preparati da noi. Per noi missionarie ASC la formazione della donna ha costituito da sempre una priorità. In Guinea Bissau, infatti, il pianeta-donna costituisce il 52,7% della popolazione. La donna disimpegna un ruolo centrale nell’ economia familiare; per lei il giorno inizia al canto del gallo: deve procurare l’acqua dai pozzi, spesso distanti dall’abitazione, la legna, andare a pescare ai margini dell’Oceano e nei fiumiciattoli, per avere il pesce da cucinare; trapiantare, raccogliere e pilare riso e miglio e questo con tutte le numerose maternità, molto spesso a rischio; ingegnarsi per guadagnare qualcosa, impagliando cesti e scope con i rami spinosi delle palme; facendo vasi e putos per l’acqua da bere e vendendo al mercato i prodotti del suo piccolo orto.
In che modo i giovani stanno affrontando questo tempo di pandemia?
I giovani cercano facili illusioni nelle varie reti sociali, dove il «digital», per la comunicazione immediata è il massimo che si debba ottenere molto spesso con facili compensi: circolazioni di droga di bassa qualità e una crescente prostituzione tra le adolescenti, propense a prestazioni per minime offerte. Da qui spesso le maternità precoci e, il che è peggiore, i decessi per aborti praticati in maniera occulta e illegale.
Per questo le nostre istituzioni missionarie, oltre le scuole, hanno creato e incrementano con particolare predilezione, centri giovanili e oratori, con annesse piccole attività manuali, dove bambini, adolescenti e giovani praticano sport, teatro e danza tradizionale e trovano cammini di convivenza amicale e formazione umana, con programmi che mirano alla formazione integrale della persona, orientati per una scelta di vita equilibrata e felice.
Nonostante le difficoltà, non vi perdete d’animo…
Noi missionari e tutto il resto del mondo che cammina con noi e con la chiesa locale, arricchita in quest’ultimi decenni da vocazioni sacerdotali e religiose, dalle varie comunità ecclesiali, dai gruppi giovanili: oratori, scout, valentes e i nascenti gruppi di «volontari di pace», avanziamo con la forza della fede, con la viva speranza nel meglio di domani, col genio che lo Spirito ci concede e con un sottile, persistente desiderio di pace, che nasce dall’amore e dal Signore Gesù, che noi annunciamo con perseveranza.