Sulle orme di Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi

A 10 anni dalla beatificazione un convegno in Campidoglio ricorda la loro figura di cristiani e cittadini autentici
beltrame quattrocchi

Una scia luminosa senza tempo. E’ la luce tracciata dall’esistenza di Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi a 10 anni dalla loro beatificazione che ancora illumina il cammino di molti. Il loro esempio, non racchiuso nell’orizzonte temporale della loro avventura umana, resta vivo nella figlia Enrichetta, una lucidissima 97enne, nell’associazione Amarlui che diffonde il loro stile di vita, il pensiero i valori educativi rivolgendosi a tutti ma in modo particolare ai fidanzati e agli sposi, nelle varie pubblicazioni tra cui ricordiamo Unaureolaperdue, scritta da Attilio Danese e Giulia Paola De Nicola per Città Nuova editrice. Il 25 novembre, anniversario del loro matrimonio e memoria liturgica della loro beatificazione si è svolto nella Sala della protomoteca in Campidoglio a Roma un convegno dal titolo: “Cristiani: cittadini autentici: sulle orme di Maria e Luigi”.

 

Luigi, nato a Catania nel 1880 e morto a Roma nel 1951, è stato vice avvocato generale dello Stato. Maria, nata a Firenze nel 1884 è morta a Serravalle (Ar) nel 1965, è stata madre di quattro figli, educatrice, volontaria e scrittrice. Sono stati beatificati da Giovanni Paolo II il 21 ottobre 2001.

Molti e vari gli interventi al convegno in Campidoglio, tutti di qualità, moderati dall’avvocato Carlo Fusco, postulatore della causa di beatificazione. Il profilo che emerge è della santità della famiglia nella vita quotidiana, in qualche modo di tutti i componenti del nucleo familiare. E’ una prefigurazione di quella “spiritualità della comunione” che Giovanni Paolo II annunciò come programma per il terzo millennio nella NovomillennioIneunteche si vive anche in famiglia dando spazio a Dio nella preghiera, nell’unità tra i coniugi, nell’amore reciproco.

 

“Mi ha colpito di Maria e Luigi – ha raccontato mons. Paolo Mancini, vicario per la pastorale familiare della Diocesi di Roma, – la santità nella vita quotidiana. Avevo pensato ai santi come a persone eccezionali , a cui chiedere miracoli, ma che mi sembravano persone tristi che non si erano mai divertite. In Maria e Luigi ho visto vite animate dalla gioia, dalla meraviglie e dalle sorprese dell’esistenza vissuta come un dono, non come un diritto”.

Il professore Giorgio Campanini, dell’università di Parma, ha, invece, tracciato un excursusstorico della spiritualità coniugale che non è certo un’invenzione del Novecento ma affonda le sue radici negli Atti degli apostoli e nelle testimonianze silenziose di molte famiglie. Di certo svolte epocali come la rivoluzione romantica hanno trasformato la famiglia condizionando le scelte culturali e la possibilità di celebrare dei matrimoni per libera scelta e per amore. Ancora oggi in molte culture questa possibilità non esiste.

 

Una seconda rivoluzione è stata rappresentata dalla nuova visione della sessualità negli anni Sessanta sia per il libero accesso alla sfera sessuale, sia per la sua sublimazione, sia dentro che fuori del matrimonio.

“Eppure – ha concluso Giorgio Campanini – la vita coniugale può diventare un atto di adorazione a Dio, la santità può essere proposta a tutti. Non sarà una santità eroica, ma una santità delle piccole cose” .

E “la santità – ha sottolineato Salvatore Martinez, presidente di Rinnovamento nello Spirito, – è una necessità, è la sola possibilità di stare in vita e di progredire” . La vita di preghiera e l’unione con Dio che ha scandito l’esistenza di Luigi e Maria, e anche dei figli, 3 dei quali hanno intrapreso una strada di donazione totale a Dio, “non genera persone ripiegate su sé stessi: Maria ebbe un grande amore per gli immigrati e per i poveri”.

Nel suo intervento, poi, Maria Voce, presidente dei Focolari, dopo aver ricordato tanti episodi dei coniugi Beltrame Quattrocchi ha evidenziato come “ la famiglia è: una radice sana che genera cittadini capaci di coerenza, una grande risorsa anche dal punto di vista economico e un presupposto educativo per trasmettere la fede perché i figli hanno bisogno di genitori non solo che li amino, ma soprattutto che si amino tra di loro”.

 

Dulcisinfundo, la figlia Enrichetta, che ha voluto evidenziare due aspetti dei genitori di cui non aveva mai parlato prima. La prima l’onestà del padre nel pagare le tasse fino all’ultimo spicciolo. “Il cristiano è autentico – ha spiegato – se è onesto verso tutti e verso la città. Non pagando le tasse si danneggiano le persone più povere che vengono private di servizi essenziali”. L’altro aspetto che ha sempre visto vissuto dai loro genitori è il comandamento evangelico: “Ama il prossimo tuo come te stesso”, come principio dell’essere cittadini autentici. “Mio padre ha aiutato molte persone nell’esercizio del suo mestiere di avvocato sia in ufficio sia nel privato in maniera modesta, umile, senza mai fare sfoggio di essere cristiano perché era una persona riservata. Proteggeva i giovani nell’inserimento nell’avvocatura e andava, la domenica, a trovare i colleghi anziani ammalati. Mia madre, appena ero diventata adulta, si è dedicata anima e corpo, come infermiera nella Croce Rossa. Tutto ciò perché era l’Amore di Dio che si riversava nel prossimo”.

I più letti della settimana

Il sorriso di Chiara

Guarire con i libri

Abbiamo a cuore la democrazia

Voci dal Genfest

Quell’articolo che ci ha cambiato la vita

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons