Sull’Adamello dove Wojtyla sciava

In preparazione una fiction su Giovanni Paolo II. Le sue vacanze sull'Adamello, anche insieme all'ex presidente della Repubblica Sandro Pertini, diventano il soggetto di un film tratto dal libro del maestro di sci del papa, Lino Zani
Giovanni Paolo II in montagna

Circa un mese fa, era l’inizio di luglio, il ghiacciaio Presena e l’Adamello sono stati trasformati in un grande set cinematografico, per raccontare la passione per la montagna e per lo sci di papa Giovanni Paolo II.

Su quelle montagne Wojtyla fece due straordinarie vacanze: una nel 1984, con l’allora presidente della Repubblica italiana Sandro Pertini, l'altra nel 1988. Vacanze straordinarie raccontate dal gestore del Rifugio Caduti dell’Adamello e suo maestro di sci Lino Zani, nel libro Era santo, era uomo.

Il libro è talmente bello, caldo di racconti e descrizioni molto particolari, di un rapporto “da fratelli” vissuto tra il papa e l’autore, che ha stuzzicato le riprese per una fiction sul futuro santo: un film che racconterà proprio il rapporto tra tra Wojtyla e Zani, accomunati dalla grande passione per la montagna.

Un legame che portò Giovanni Paolo II ad affidare a Lino Zani alcune croci da portare sulle vette che l'istruttore di sci raggiunse, quali l’Everest e Cho Oyu. Papa Wojtyla inoltre chiese che venisse sostituita la vecchia croce di legno di Cresta Croce con una, imponente, realizzata in granito.

La pellicola si avvale di un cast di rilievo: regista è Andrea Porporati. Mentre Karol Wojtyla è interpretato dall’attore russo Aleksei Guskov, l’italiano Giorgio Pasotti vestirà i panni di Lino Zani, che affiancherà il cast durante le riprese che proseguiranno a Madonna di Campiglio e poi a Roma.

Claudia Pandolfi sarà invece la fidanzata di Zani mentre Katia Ricciarelli interpreterà la parte di Carla Zani, la madre di Lino. La figura invece di Pertini sarà portata sullo schermo da Giuseppe Cederna, scrittore e attore. Era il 1984 quando atterrò per la prima volta alla Lobbia Alta l’elicottero di Giovanni Paolo II.

Il Santo Padre, accompagnato dal presidente Sandro Pertini, visitò questo rifugio, suggeritogli dal segretario e amico Stanislaw Dziwisz. Giovanni Paolo II nel 1984 passò la giornata sciando giù per il ghiacciaio dell’Adamello e camminando ai piedi del Lares. Lino lo seguiva fino a fondo pista, e insieme al fratello Franco lo riportava in cima con la motoslitta.

Nonostante l’età già avanzata e i dolori provocati dal recente attentato, Giovanni Paolo II era molto agile sugli sci: le discese dalle Lobbie non erano per nulla facili, ma lui sapeva affrontarle con naturalezza e abilità. Tra i due nacque una grande amicizia: «Certe cose possono succedere esclusivamente qui». Wojtyla tornò sull’Adamello ancora nel 1988. Al rifugio c’è ancora la sua camera, che da allora non è stata più data a nessun altro. Quell’anno il papa arrivò ancora in luglio, per salire alla Cresta Croce, a più di 3.300 metri. Benedì una croce in granito a lui dedicata, su una cima che anni dopo diventerà proprio “Cima Giovanni Paolo II”.

Il rifugio è pieno di foto che ricordano quei momenti: i tanti alpini presenti, la messa al Pian di Neve, l’altare eretto a cielo aperto in onore di Giovanni Paolo II, poco distante dalla piazzola d’atterraggio degli elicotteri. Il terzo incontro doveva essere invece nel ’98, ma il maltempo non permise al papa di atterrare, ma soltanto di sorvolare il rifugio.

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