Sulla Via della seta

Roma ospita al Palazzo delle Esposizioni una rassegna che racconta attraverso oggetti, tessuti, strumenti musicali, armi, oreficeria i centri nodali della via che univa l'Oriente all'Occidente. In collaborazione con l'American museum of natural history di New York 
Roma

È ben più affascinante di tanti film sul genere, anche se al romano Palazzo delle Esposizioni la mostra è accompagnata da un programma filmico. Osservare, curiosare tra le vetrine dove si passa da Marco Polo all’India, dalla Cina all’Iran attraverso sentieri, città, oggetti decorativi, utensili, armi e oreficerie, strumenti musicali, soprattutto tessuti è un gran bel vedere. La globalizzazione esisteva già nei secoli passati, almeno sotto questo aspetto economico-commerciale. I confini tra Oriente e Occidente non erano per niente labili. Con gli oggetti arrivava anche la cultura che voleva dire libri, trattati, una mentalità.

La Cina e la Mecca, Samarcanda e Baghdad, Turfan e Xi’An, ecco i centri nodali della Via della seta, i luoghi dove le carovane sostavano e si incontravano, centri d’arte e di cultura, non solo di commerci e di denaro. Una riprova si ha nell’influenza che tutto ciò ha avuto nell’arte italiana. La rassegna appositamente espone dipinti su tavola di scuola tosco-veneziana dove brillano le sete dei tessuti e degli ornamenti, riflesso della vita quotidiana. E i tessuti conservati, nonostante i secoli, hanno ancora la morbida resistenza della seta, i suoi colori forti e sottili, il suo profumo che parla di secoli lontani quando un tessuto voleva dire una persona, esprimere una personalità.

Divisa in diverse sezioni, la mostra è un viaggio reale, col pensiero e la memoria oltre che con l’immaginazione, attraverso mondi che ancora per noi sono lontani, nonostante oggi si viaggi enormemente in più rispetto al passato. Ma non basta viaggiare, occorre saper viaggiare. Il che è un fatto prima di tutto mentale, di intelligenza e di sensibilità. Come questa rassegna organizzata dall’American museum of natural history di New York.
 
Fino al 10 marzo 2013 (catalogo edizioni Codice)

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