Sul tetto del mondo, l’amore tra Bonatti e Podestà diventa una docu-fiction

A 10 anni dalla scomparsa dello scalatore bergamasco, la Rai trasmetterà domenica 12 settembre in prima serata la docu-fiction sulla vita dell'alpinista e sulla storia con la donna che amava, Rossana Podestà. La regia è di Stefano Vicario, figlio di lei. Il suo è stato un lavoro da "testimone".
Walter Bonatti (Fonte: Wikipedia)

Racconta una storia d’amore, la docufiction Sul tetto del mondo, in onda su Rai1, domenica 12 settembre, in prima serata: ore 21:25. Lo fa distendendo contemporaneamente le biografie di due robuste personalità del Novecento italiano: l’alpinista Walter Bonatti e l’attrice Rossana Podestà. Con baricentro più spostato verso l’uomo, come il titolo di questo progetto (prodotto dalla Stand by me di Simona Ercolani) lascia intuire: con le sue imprese di scalatore, di avventuriero tra i monti, e poi per il mondo a esplorare, mostrare, raccontare per la rivista Epoca. Con una linea narrativa continua, trasversale, legata all’importante e drammatica spedizione che il 31 luglio 1954 portò alla conquista della vetta del K2, con le pesanti polemiche che ne seguirono e la lotta di Bonatti per affermare definitivamente la sua versione dei fatti. Una battaglia lunga cinquanta anni e vinta, alla fine, con fatica, sofferenza e tenacia.

Walter Bonatti (a sinistra) con Erich Abram al campo base dopo la salita al K2 (Fonte: Wikipedia)

Accanto a lui, al suo carattere deciso, sanguigno, senza mezze misure, la bellezza di Rossana Podestà: la sua carriera nel cinema, non solo italiano, non solo quello dei peplum, e le sue scelte, fino a quella di iniziare una storia d’amore – che sarebbe durata trent’anni – con lo sportivo ed esploratore – ma anche scrittore e fotoreporter – bergamasco. Un sentimento forte sorto tra le affinità profonde dei due ma anche sopravvissuto alle vistose differenze caratteriali, raccontato oggi in occasione del decennale della scomparsa di Bonatti: il 13.09.2011.

La regia è di Stefano Vicario, figlio di Rossana Podestá, nato dal precedente matrimonio dell’attrice con il regista Marco Vicario. Il suo è stato un lavoro da “testimone“, ha spiegato egli stesso, perché ha vissuto quella bella storia in prima persona, da quando Walter e Rossana si conobbero, già grandi, nel 1981, per non lasciarsi mai più e riposare sepolti, oggi, uno accanto all’altra, a Portovenere. Tutto era nato da un’intervista di lei: diceva che se fosse dovuta andare su un’isola deserta lo avrebbe voluto fare con Bonatti. E lui, leggendo quelle parole volle incontrarla, a da quell’appuntamento, nel cuore di Roma, sbocciò l’amore.

La scelta della Rai, come già da anni avviene spesso, soprattutto in fatto di biografie, è di mescolare finzione e realtà associando alla ricostruzione con attori – qui Alessio Boni (anche lui bergamasco) veste i panni dell’alpinista e Nicole Grimaudo quelli dell’attrice – interviste e materiali di repertorio: ce ne sono molti, di diversa provenienza, in questa formula ormai collaudata con la quale sono stati ritratti personaggi come Libero Grassi, Paolo Borsellino, tra i vari, e più di recente Nilde Iotti, Giorgio Ambrosoli, Primo Levi e persino eventi drammatici come la strage di Piazza Fontana.

I componenti della spedizione in Pakistan; Bonatti è al centro, seduto sulla roccia. (Fonte: Wikipedia)

Tra gli intervistati ci sono, in Sul tetto del mondo, Reinhold Messner, Michele Serra e Roberto Mantovani, amico di Bonatti e storico dell’alpinismo; gli amici della coppia Valeria Fabrizi e Fabio Fazio, l’alpinista Simone Moro, Vincenzo Torti, Presidente del CAI, Nando Nusdeo, membro dei “Pell e Oss”, e ancora Piera Detassis, l’editor Giovanna Canton, la guida alpina Arnaud Clavel, il giornalista e biografo di Bonatti Angelo Ponta, e infine le nipoti della Podestà, Alice e Margherita Vicario.

L’eterogeneità offre sostanza al racconto, gli strumenti si integrano, con la finzione stessa girata nei luoghi reali della storia narrata: la casa della Podestà all’Argentario, per esempio, e abbondanti, importanti, sono anche i documenti audiovisivi inseriti nella narrazione, come quelli del CAI – Club Alpino Italiano – che ha messo a disposizione tramite la propria Cineteca le immagini di “Italia K2”, il film che documenta la spedizione organizzata nel 1954 dal CAI, e quelli del Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” e del CAI Torino, che ha messo a disposizione l’“Archivio Walter Bonatti”. L’intera vita dello sportivo viene ripercorsa, con la voce narrante della Podestà, dall’infanzia alle imprese alpinistiche in tutto il mondo, dai reportage realizzati ai viaggi con Rossana, fino alla scrittura dei libri e alla personale battaglia per la veritá sul K2. Ed è un viaggio interessante, di sentimenti e natura, di diversità divenute risorsa e incontro, dialogo vero, di anni italiani passati sui quali passeggiare è interessante e piacevole.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons