Suite Ciaikovskij
L’Accademia romana di Santa Cecilia dedica la stagione estiva al grande Peter Ilic. Così il 3 Alexander Sladkovsky, direttore russo che lavora soprattutto nei Paesi dell’Est europeo, si è cimentato con la Marcia Slavaop. 31.
Ci voleva proprio un russo per dar spazio alla musica lussureggiante, splendente di ottoni, sgargiante in ogni settore dell’orchestra. Si direbbe che è il Ciaikovskij brillante orchestratore, spettacolare eclettico a dar vigore ad un magma sonoro che più incandescente non si può e i complessi ceciliani se ne accorgono.
Segue il debutto in Accademia del giovane milanese Edoardo Zosi, 26 anni, nel Concerto in re maggiore per violino e orchestra.
Tappa obbligata per ogni concertista è però una selva piena di tranelli: la dolcezza sensuale della melodia si perde poi in un intrico di variazioni, scale, arpeggi, pizzicati e via dicendo da esigere tecnica, ritmo, capacità di cambiare registro: in pratica di lasciare che il violino sfoderi le sue corde e le sue trame specie nel primo tempo, perché negli altri due sembra che l’ispirazione del compositore cali e diventi puro virtuosismo.
Zosi ce la mette tutta, le energie non gli mancano e l’orchestra lo sostiene, anche se talora debolmente. Ma il brano è rischioso e forse ci sarebbe voluto un numero maggiore di prove. L’ultima parte, lo scintillante Secondo atto dello Schiaccianoci, è divertimento puro.
Si continua il 10 con il Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra.