Studiare allunga la vita
A dirlo è il rapporto della Systemsx, la più grande iniziativa di ricerca pubblica in Svizzera, che si concentra in particolare su un’ampia area tematica della ricerca di base. Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’ospedale universitario di Losanna e dell’Istituto svizzero di bioinformatica, che hanno paragonato i geni, gli stili di vita e la speranza di vita di 600mila persone. “Il livello di istruzione di una persona è indicativo del suo stato sociale e finanziario. Le persone istruite e benestanti hanno un migliore accesso agli impianti sportivi, sono più attenti alla salute e vanno più spesso dal medico. Inoltre, generalmente hanno un migliore accesso all’assistenza sanitaria, ad esempio attraverso l’assicurazione privata “, afferma il leader dello studio Zoltán Kutalik, un biostatista del CHUV.
Il legame tra studio e speranza di vita è conosciuto da tempo: la povertà, l’impossibilità di intraprendere o la necessità di interrompere gli studi per guadagnarsi da vivere, le diseguaglianze economiche e sociali del nostro Paese aumentano i rischi di mortalità e i dati non sono confortanti. Se ne è occupato il ministero della Salute che ha pubblicato i risultati di una ricerca condotta dai quattro Enti vigilati dal Ministero: l’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP), l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS). Il documento, dal titolo “L’Italia per l’equità della Salute”, che conferma quanto scritto nel report dei ricercatori svizzeri, mette a disposizione i dati sulle disuguaglianze socioeconomiche in Italia e i loro effetti sulla salute della popolazione. Le persone meno istruite sopravvivono meno di quelle istruite e le aree più svantaggiate del Paese restano soprattutto al Sud e nelle Isole.
Nel rapporto del ministero della Salute viene sottolineato come “la speranza di vita per titolo di studio risulta più elevata al Nord rispetto al Sud per ogni livello di istruzione, sia tra i maschi che tra le femmine”. In media un uomo italiano laureato di 30 anni ha un’aspettativa di vita superiore di 3 anni rispetto a chi ha conseguito al più la scuola dell’obbligo, mentre per le donne il vantaggio è di poco inferiore a 1,5 anni. Al Sud l’accesso alle cure sanitarie e alla prevenzione è molto limitato, poiché permangono un inferiore tasso di istruzione causato dallo svantaggio sociale e a ampie sacche di povertà. Le patologie che possono causare il decesso prematuro risultano essere quelle correlate, oltre al disagio sociale, ai comportamenti a rischio (AIDS, epatiti), al diabete, alle peggiori condizioni di sicurezza, alla maggiore esposizione allo stress, a maggiori rischi ambientali e da lavoro.