Studenti fuori sede: in tenda per una casa

Dalla protesta sul caro affitti a Milano di una studentessa universitaria, al sit in alla Sapienza. La risposta delle istituzioni: un tavolo indetto dal comune milanese e il decreto sugli alloggi universitari e diritto allo studio in attuazione del Pnnr
Studenti affitti
11 Ottobre 2022 Milano, Studenti protestano in piazza Scala contro il caro affitti (Foto da LaPresse)

Milano. Esplode la vicenda legata al caro affitti che da anni affligge la città metropolitana di Milano: luogo inaccessibile agli studenti, ma anche a molti lavoratori dal basso reddito.

Accade con un sit-in in piazza Leonardo da Vinci (l’ingresso del Politecnico, ndr.), in tenda, con l’eloquente cartello: «Basta affitti insostenibili» replicato sui social, da una studentessa: Ilaria Lamera. Lei, pendolare di Alzate Lombardo, al quarto anno di ingegneria ambientale, si è accampata per protestare contro la difficoltà o meglio l‘impossibilità di vivere a Milano. Da allora è stato solo il primo di una lunga serie.

Da domenica 7 maggio, infatti, Ilaria, ha levato le tende, ma a presidio nell’ateneo lombardo sono rimaste 7 tende gemelle a cui se ne sono aggiunte altre 5 del collettivo studentesco “Terna Sinistrorsa”. E, dopo la città di Milano, con la richiesta che le istituzioni trovino un accordo su alloggi universitari e affitti, la vicenda si è estesa anche alla città di Roma dove un altro accampamento di tende si è posizionato davanti la Sapienza. L’emergenza alloggi, infatti, interessa anche la Capitale, ma anche altre città studentesche rinomate quali Bologna e Pisa. Tra le richieste avanzate: maggiori fondi e tetti agli affitti, investimenti studenti e housing sociale.

Un primissimo riscontro dalle istituzioni è stata la convocazione di un tavolo prevista per mercoledì 10 maggio nella sede del comune milanese di Palazzo Marino alla presenza dei rappresentanti delle realtà accademiche locali, del sindaco Beppe Sala e dell’assessore alla casa Pierfrancesco Maran.

Sempre in questi giorni, è intervenuto sulla vicenda anche il Governo attraverso il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini che ha dichiarato: «Abbiamo già creato e assegnato 7.500 posti letto» che rientrano nei 60 mila posti previsti dal Pnrr e che andranno realizzati entro il 2026. Inoltre, sempre in attuazione del Pnrr, il ministro Bernini ha firmato un decreto che istituisce un gruppo di lavoro interministeriale, che dovrà individuare il costo medio calmierato per ogni posto letto a livello territoriale, che sarà determinato in base ai servizi offerti, alla tipologia di immobile e ai valori di mercato. Posti letto che prevederanno una riduzione del 15 % nella determinazione del costo finale.

Ma la storia della studentessa Ilaria è esemplificativa di tanti studenti. Pendolare dalla cittadina bergamasca di Alzano Lombardo, durante il Covid ha usufruito delle lezioni online, per poi tornare a viaggiare in direzione Politecnico al termine dei due anni di pandemia. È stato allora che ha cercato di trovare una stanza, ma i prezzi sono risultati assolutamente inaccessibili per le tasche della studentessa. A quel punto, la decisione di protestare con una tenda.

Ma quanto costa una stanza nelle maggiori città studentesche italiane? Secondo un’indagine del 2022 di immobiliare.it, Milano detiene il triste primato, dove una singola si aggira sui 620 euro (un aumento di circa 8 punti percentuali rispetto agli anni pre-pandemia). A Roma il costo, invece, è sui 465 euro. Ma aumenti tra il 2021 e il 2022 si sono registrati anche a Padova – circa il 40 per cento –, e a Bologna e Modena del 16 %.

Ma cosa ha fatto aumentare i prezzi? Anzitutto la pandemia stessa è stato un volano per l’aumento delle tariffe e poi il fatto che si tratta di un mercato in cui l’offerta è fortemente diminuita e ciò ha determinato una conseguente lievitazione dei prezzi. A Roma, ad esempio, le case destinate agli studenti sono diminuite di oltre il 61 %, del 43 % a Milano. Ciò dimostra, inoltre, come si tratti di un mercato troppo poco regolato e su cui occorre un chiaro intervento del legislatore.

Altra questione, riguarda, infine, la scarsità di alloggi universitari forniti delle aziende del diritto allo studio. Secondo Sinistra universitaria gli studenti fuori sede presenti alla Sapienza sono 40 mila, mentre i posti letto forniti dall’ente regionale Lazio di diritto allo studio (Lazio DISCo), sono solo 2800. E non va meglio di certo a Milano, che, secondo l’Unione degli Universitari, a gennaio 2022 ospitava circa 66 mila studente universitari, e di cui solo uno su dieci riusciva ad usufruire degli alloggi messi a disposizione dall’università a tariffa agevolata.

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