Strega: trionfo in testa pareggio in coda
Nomen est omen, nel nome c’è un destino, dicevano i padri latini. Lo scrittore che ha vinto ieri notte l’ultima edizione del Premio Strega, il più popolare concorso letterario italiano, è Nicola Lagioia. Che infatti prendendo la parola dopo la proclamazione, e dopo aver bevuto la rituale sorsata di liquore Strega, si è detto felicissimo della schiacciate vittoria (ben 145 voti, 56 in più (!) del secondo classificato, Mauro Covacich) e ha ringraziato la moglie Chiara per l’amore e la pazienza dimostratagli durante i 5 lunghi anni occorsi per scrivere questo suo La ferocia.
Il romanzo, drammatico e impegnato, è ambientato in Puglia. Strutturato come un thriller, è vòlto a descrivere e denunciare il degrado morale e sociale di una certa borghesia imprenditoriale del nostro sud. Il successo di Lagioia nello Strega di quest’anno segna anche la seconda affermazione consecutiva dell’editore Einaudi, che aveva vinto pure lo scorso anno con Il desiderio di essere come tutti di Francesco Piccolo.
Tanto per non smentire quanto abbiamo lamentato più volte su questa testata, e cioè che le “grandi corazzate” sono quasi sempre loro a vincere le battaglie dei grandi premi letterari. Spesso all’ultimo voto. Stavolta, questo va ammesso, i voti hanno riconosciuto nel vincitore una superiorità indiscussa.
Al secondo posto, come accennato, con 89 voti, si è piazzato Mauro Covacich con il suo La sposa, stampato da Bompiani. Non un romanzo, ma una raccolta di 17 racconti, tra autobiografia e realismo oggettivo, imperniati sul tema centrale della fertilità e della sterilità.
Poi è stata la volta di Elena Ferrante, che era arrivata in finale con il quarto volume della sua fortunata saga su Lina (o Lila) ed Elena, intitolata l’Amica geniale. Questa quarta puntata della serie, che nella votazione di ieri notte si è fermata a quota 59, ha per titolo Storia della bambina perduta (edizioni e/o: ogni tanto un “piccolo”!) e gravita sui valori dell’amore e della comprensione visti come gli strumenti idonei a superare tutte le diversità e i contrasti umano-sociali e culturali.
Infine, cosa insolita nello Strega, che si è chiuso con il solito rito notturno della votazione-proclamazione nel rinascimentale Ninfeo di Villa Giulia a Roma, gli ultimi due scrittori in classifica, Fabio Genovesi e Marco Santagata, hanno ottenuto lo stesso numero di voti: 37. Genovesi è l’autore di Chi manda le onde (Mondadori), dove il mare, ma anche la giovinezza e i sentimenti, è lo sfondo reale e insieme metaforico di ogni pagina, come si conviene all’origine versiglise di questo narratore.
Quanto a Marco Santagata, nel centenario di Dante (750 anni dalla nascita: 1265-2015) ci ha dato un bel romanzo storico, interessante e coraggioso, su un Alighieri vulnerabile e passionale.
Il direttore della Fondazione Bellonci (organizzatrice del concorso), Giorgio Petrocchi, ha comunicato che l’anno prossimo lo Strega terrà conto pure dell’editoria in e-book e delle cosiddette autopubblicazioni in forma cartacea, che sono in pieno incremento.