Straamata Lindgren

In un’epoca in cui perfino nell’anticonformistica Svezia imperversavano testi mielosi ed “edificanti” per ragazzi, gli eroi della Lindgren – primo fra tutti quella Pippi Calzelunghe dai poteri magici, vera antenata di Harry Potter – scandalizzarono critici e pedagogisti benpensanti. Come! protagonisti dei “monellacci” che vanno a ruota libera? Viceversa il cuore dei giovani lettori ne fu conquistato: lo dimostra il successo enorme dei suoi romanzi, tradotti in tutto il mondo con milioni di copie vendute e innumerevoli riduzioni cinematografiche, televisive e teatrali… Un po’ quello che accadde al nostro Salgari, che si prese anche lui solenni batoste, prima della solenne rivincita sui propri detrattori. Vincitrice di dozzine di premi tra cui, nel 1958, il prestigioso Andersen, questa figlia di contadini ricca di energia e slancio vitale è stata davvero una innovatrice, che ha suscitato una moltitudine di imitatori. Non solo ha saputo delineare personaggi indimenticabili usando in modo magistrale i più vari registri (dal fantastico all’avventuroso, al poliziesco, al lirico, al comico, al surreale, all’epico…), ma ha avuto il merito, fra l’altro, di affrontare per prima situazioni drammatiche considerate estranee a questo tipo di letteratura. E sempre ponendosi “dalla parte dei bambini”, che sentendosi capiti nei loro sogni, nelle loro fantasie, nei loro problemi, l’hanno amata senza riserve, accordandole… il Nobel della simpatia! Ancora vivente, la Svezia le aveva dedicato un francobollo, come ad una delle sue figlie più illustri, una vera “maestra” per i valori della tolleranza, della giustizia, della libertà e dell’altruismo, nonché per l’attenzione alle minoranze e alla natura che si ritrovano nei suoi circa quaranta libri. Una volta, una delle sue lettrici, ormai donna, le fece scivolare nella mano un pezzetto di carta con su scritto: “Grazie per aver rallegrato un’infanzia infelice”. Non sarebbe sufficiente questo per annoverare la Lindgren fra i benefattori dell’umanità? Il papà marcellino Come la Lindgren, se n’è andato in gennaio, all’età di 90 anni. Nato a Madrid nel 1911, José Marìa Sanchez-Silva è stato giornalista e apprezzato autore di una cinquantina di libri per adulti e bambini. La fama tuttavia gli era venuta da uno solo: quel Marcellino pane e vino del 1953 (oltre nove milioni di copie vendute), successivamente portato sugli schermi cinematografici da Lászlò Vajda. Ambientata nella Spagna dopo l’invasione napoleonica, la delicata vicenda dell’orfanello allevato in un convento di frati (Sanchez-Silva era divenuto precocemente orfano, come il suo eroe) e dei suoi colloqui con Gesù è diventata un successo mondiale, grazie anche al simpaticissimo interprete Pablito Calvo. Una storia “positiva”, dal chiaro intento educativo, che nel 1992 è stata rivisitata da Luigi Comencini per la tv italiana e può ancora dire molto oggi. Nel 1968 lo scrittore aveva ricevuto quella sorta di Nobel per la letteratura giovanile che è il Premio Andersen.

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