Una storia di amore e malattia

Tra gli appuntamenti della settimana il racconto autobiografico di Daniela Spada e Cesare Bocci, l’ironia di un padre malato di Alzheimer, gli artisti romani di Piazza del Popolo, i grandi autori russi, la danza di Hofesh Shechter a Vicenza e quella di giovani coreografi a Catania.  

Pesce d’aprile
Tratto dall’omonimo romanzo autobiografico, scritto da Daniela Spada e Cesare Bocci (Ed. Sperling & Kupfer), Pesce D’Aprile è il racconto di un grande amore: un’esperienza di vita reale, toccante, intima e straordinaria, vissuta da un uomo e da una donna. Un testo vero, lucido, ironico e commovente, che racconta come anche una brutta malattia può diventare un atto d’amore. Tra il riso e il pianto, nel corso della pièce si delinea il profilo di una donna, prigioniera di un corpo che smette di obbedirle, e di un uomo, che da compagno di vita diventa bastone, nutrimento, supporto necessario. Una lotta alla riconquista della propria libertà, che ha lo scopo di trasmettere messaggi di positività e forza di volontà, anche di fronte alle sfide più difficili.

“Pesce d’Aprile”, drammaturgia di Cesare Bocci e Tiziana Foschi, musiche e sonorizzazioni Massimo Cordovani, costumi Paola Bonucci, scene Lodovico Gennaro, disegno luci Francesco Vignati. Anteprima al Teatro Comunale di Cagli il 29/11, prima ufficiale al Teatro Lauro Rossi di Macerata il 30, quindi in tournée fino alla primavera del 2019. In collaborazione con Anffas Onlus – Associazione di Famiglie con persone con disabilità intellettiva e relazionale.

Gli artisti di piazza del Popolo
Per celebrare il cinquantenario di quella che viene oggi comunemente chiamata la Scuola di piazza del Popolo, la rassegna ripercorre la nascita e la crescita di quel gruppo di artisti, tra cui Franco Angeli, Alighiero Boetti, Mario Ceroli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Renato Mambor, Pino Pascali, Mimmo Rotella, Mario Schifano, che, seduti ogni sera ai tavolini del bar Rosati, seppero rinnovare radicalmente la cultura artistica della Capitale e di tutta Italia. Il decennio del boom economico, della crescita della televisione, s’intrecciava al fermento artistico di una Roma viva e internazionale come mai prima e piazza del Popolo era l’epicentro di questo fermento.
“Fiato d’artista. Amori eroici e Artisti rivoluzionari a Piazza del Popolo negli anni ’60
di Evita Ciri e Nicola Campiotti, liberamente tratto dal libro omonimo di Paola Pitagora (Ed. Sellerio),
 regia Evita Ciri, con Paola Pitagora, Francesco Villano e Giulia Vecchio,
video Paride Donatelli,
costumi Annapaola Brancia d’Apicena. A Roma, Teatro Vascello, dal 29/11 al 9/12.


Le stagioni russe al Piccolo di Milano
Il Piccolo Teatro di Milano è stato indicato quale sede naturale per la ‘sezione teatro’ dell’edizione 2018 delle Stagioni russe in Italia, iniziativa promossa dal ministero russo della Cultura. Si rinsalda e celebra, così, il legame artistico e culturale tra il Piccolo e la Russia, attraverso uno straordinario calendario di spettacoli e di attività di approfondimento. Dal 27 novembre al 2 dicembre, il Teatro Strehler e lo Studio Melato ospitano tre spettacoli dall’Alexandrinsky Theatre di San Pietroburgo – Your Gogol. The last Monologue, scritto e diretto dal suo direttore, Valery Fokin, On the other Side of the Curtain, da estratti de Le tre sorelle di Čechov, regia di Andriy Zholdak, The Twelve, basato sull’omonimo poema di Alexander Blok, regia Anton Okoneshnikov – e una produzione del Vachtangov State Academic Theatre di Mosca, Evgenij Onegin, selezione di capitoli dal romanzo in versi di Alexander Puškin, diretto da Rimas Tuminas.

Il padre Alessandro Haber
Un testo forte, che fa riflettere, solleva domande: al centro la vicenda di Andrea, un uomo molto attivo, nonostante la sua età, ma che mostra i primi segni di una malattia che potrebbe far pensare al morbo di Alzheimer. La sapiente penna di Zeller riesce a descrivere una situazione (l’inesorabile evoluzione di questa malattia) che, seppur tragica per la crescente mancanza di comunicazione causata dalla progressiva perdita di memoria dell’uomo, viene affrontata con leggerezza, sensibilità, tocchi di commozione e amara e pungente ironia, riuscendo a far entrare il pubblico della mente e nei pensieri stessi dei personaggi.
“Il padre”, di Florian Zeller, traduzione adattamento e regia Piero Maccarinelli, con Alessandro Haber, Lucrezia Lante della Rovere, Paolo Giovannucci, Daniela Scarlatti, Ilaria Genatiempo, Riccardo Floris, scene Gianluca Amodio, costumi Alessandro Lai, musiche Antonio Di Pofi, disegno luci Umile Vainieri. Produzione Goldenart production. A Pistoia, Teatro Manzoni, dal 30/11 al 2/12. In tournée.

Lo show di Hofesh Shechter
Il secondo appuntamento, sabato 1 dicembre, nella stagione di danza del Teatro Comunale Città di Vicenza, Vicenza Danza, vede in scena Shechter II, la compagnia giovanile di Hofesh Shechter, coreografo israeliano, musicista e compositore, tra i nomi cult della scena internazionale. Nei tre brani di Show (The Entrance – Clowns – Exit) la scena è dominata da una scarica di energia allo stato puro interpretata dalla sorprendente vitalità dei giovani danzatori. Gli artisti ribelli – otto pagliacci selvaggi come sono stati definiti – si muoveranno saltellando vorticosamente sul palcoscenico con la musica in un crescendo travolgente di danza, teatro e musica rock, anche con incursioni nel rave. Se Clowns con la sua carica surreale evoca le parate dei circensi, gli spettacoli di piazza e le antiche feste danzanti delle corti barocche, è chiara l’esaltazione della follia di chi simulando, imita la vita e le sue passioni. Un lavoro intenso e visionario, fisico e spirituale.

La danza a Scenario pubblico
Il prossimo fine settimana, l’1 e 2 dicembre, a calcare il palcoscenico di Scenario Pubblico a Catania, sarà il turno della Compagnia di danza Gruppo Nanou e del danzatore e coreografo emiliano Manfredi Perego – artista associato a Scenario Pubblico. ‘Sistema (Alphabet: progetto di scrittura per una danza possibile)’ per Gruppo Nanou, porta sulla scena i corpi e la coreografia come concetti equivalenti a qualsiasi oggetto di studio in ambito scientifico, come affermano i due artisti ravennati di Gruppo Nanou:Non esistono assoli, duetti, terzetti, è sempre una coreografia per corpi che agiscono in uno spazio vasto e determinano alleanze”. ‘Primitiva’ di Manfredi Perego è un’opera che nasce da una ricerca sugli elementi primari della corporeità: un viaggio della memoria all’interno delle più antiche percezioni di sé, animalesche e al contempo fragili e impulsive. La coreografia si propone come il tentativo di ricollegarsi a quella parte originaria e autentica residente in noi stessi.

La Biancaneve di Emma Dante
Una Biancaneve pensata per ragazzi e adulti. Emma Dante si confronta con la letteratura per l’infanzia, cimentandosi con la fiaba, nello stile originalissimo che le è proprio. Biancaneve è una bambina e grazie all’incontro con i sette nani, sette minatori che hanno perso le gambe durante un’esplosione in miniera, scopre i veri valori della vita. I nani la costringeranno, abbassando lo sguardo sino a loro, a essere umile; mentre la regina madre le insinua nell’anima il pericolo di uno sguardo diritto verso l’esaltazione del proprio io. Il basso rappresenta la bontà e l’accoglienza e l’altro; mentre l’alto simboleggia l’invidia e la malvagità. È una favola crudele dove i mostri si avvicinano ai bambini, spinti dalla necessità di guidarli verso il percorso della conoscenza. Tutto è sproporzionato come all’inizio sono le cose che vedono i bambini. I loro occhi, sgombri da forme convenzionali, vedono grande e spaziosa una stanza dove da tempo noi ci sentiamo prigionieri. “Gli alti e bassi di Biancaneve”, drammaturigia, regia, scene e costumi di Emma Dante, con Italia Carroccio, Davide Celona e Daniela Macaluso. A Roma, teatro Palladium per il festival Flautissimo, l’1 e 2/12.

 

 

 

 

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