Stile sinodale: tra mistica e metodo
All’indomani del 2000 san Giovanni Paolo II si auspicava per il III millennio una spiritualità di comunione: «Prima di programmare iniziative concrete occorre promuovere una spiritualità della comunione, facendola emergere come principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l’uomo e il cristiano, dove si educano i ministri dell’altare, i consacrati, gli operatori pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità» (Novo millennio ineunte, 43). E più avanti: «Non ci facciamo illusioni: senza questo cammino spirituale, a ben poco servirebbero gli strumenti esteriori della comunione. Diventerebbero apparati senz’anima, maschere di comunione più che sue vie di espressione e di crescita» (ibid.).
Questo passaggio della Novo millennio ineunte è molto attinente all’attuale numero di Ekklesía che approfondisce il tema Stile sinodale: tra mistica e metodo. Ci vuole una spiritualità di comunione, ma dall’altra parte – senza togliere niente alla messa in guardia di san Giovanni Paolo II sugli “strumenti esteriori” – la sinodalità non è semplicemente “comunione”, ma richiede procedure e strutture.
E allora si capisce che ci sia, nel processo sinodale, una speciale attenzione al metodo e che sia entrata in gioco pure una disciplina come quella della facilitazione. Essa offre alla sinodalità procedure e strumenti che provengono dalle scienze umane e sociali, ma che possono aiutare a far sì che il vero protagonista del Sinodo sia lo Spirito Santo.
Questi i temi che trattiamo nel numero di Ekklesía in uscita, attingendo a vari interventi di un seminario di studio tenuto dal Centro Evangelii gaudium nel maggio scorso a Castel Gandolfo.
Il teologo Piero Coda apre il Focus con una ampia analisi del processo sinodale e del metodo che sta utilizzando – pare – con successo: la Conversazione nello Spirito. Processo che viene spiegato poi, nei suoi aspetti pratici, dalla sottosegretaria della Segreteria generale del Sinodo Sr. Nathalie Becquart e da Andrew Spiteri, facilitatore al Sinodo.
I carismi che Dio ha suscitato nella Chiesa lungo i secoli aprono piste per il discernimento comunitario necessario nel processo sinodale; da qui gli articoli di padre Paolo Monaco sj sul discernimento ignaziano e quello di Jesús Morán Cepedano sulla spiritualità dell’unità di Chiara Lubich.
Il card. Giuseppe Petrocchi ci presenta Maria come Maestra e Modello di sinodalità.
Seguono esperienze di sinodalità vissuta in ambienti diversi: USA (don Clint Ressler), Australia (don David Ranson) e Repubblica Ceca (don Prokop Broz e don Vladislav Brokes).
Le Buone pratiche raccontano di una missione popolare francescana a Padova e della crisi dell’abbandono di fedeli della Chiesa in Germania; mentre in Testimoni presentiamo la figura di san Filippo Neri e un’interessante esperienza che riporta a Marguerite Bourgeoy, fondatrice della Congregazione di Notre-Dame de Montréal.
In Percorso sinodale non mancano le esperienze vissute che spaziano dall’Italia alla Cina.
Segnaliamo, infine, una novità: assemblando vari articoli recenti di Ekklesía la rivista Città Nuova ha composto per il mese di settembre un Dossier dal titolo L’indispensabile Terzo. Dai molti “io” al “noi”. Lo si può trovare sull’App CN Edicola alla voce “Allegati”, accessibile per tutti.
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