Stepanek conquista la Coppa Davis
Fra nove giorni compirà 34 anni. Un’età che, nel tennis attuale, equivale più o meno alla pensione. E Radek Štěpánek sapeva che questa sarebbe stata la sua ultima occasione. Sapeva che, battendo lo spagnolo Nicolás Almagro, avrebbe riscritto la storia della Coppa Davis (e non solo). Nessuno, infatti, aveva saputo vincere il quinto e decisivo match di finale alle soglie dei 34 anni. E, soprattutto, mai nessun Paese aveva conquistato Coppa Davis e Federation Cup nello stesso anno ospitando i due atti conclusivi non solo nella medesima città, ma addirittura nello stesso impianto.
Repubblica Ceca, Praga, O2 Arena: è qui la festa. Un trionfo iniziato il 4 novembre col trionfo della squadra femminile, capace di battere la Serbia e di conquistare il suo secondo titolo consecutivo. Due settimane dopo, il cerchio si è completato. Un week-end vietato ai deboli di cuore, un 3-2 inflitto ai maestri spagnoli, campioni uscenti e sempre pericolosi nonostante il forfait di Rafa Nadal. Ma la Coppa Davis, si sa, è sempre capace di ribaltare le gerarchie di un computer che avrebbe suggerito di puntare su Almagro (numero 12 del mondo) e sul duo Granollers-López (vincitori, appena sette giorni fa, del Masters di Londra), e non su Štěpánek (numero 37) e Tomáš Berdych, numero 6 in singolare (ieri, però, sconfitto sonoramente dal numero 5 Ferrer) ma non così avvezzo al doppio. Giocare in casa e poter scegliere il velocissimo cemento della O2 Arena, poi, hanno fatto il resto, dato che nella finale 2009 – giocata sulla terra del Palau Saint Jordi di Barcellona – le Furie Rosse avevano battuto Štěpánek e compagni con un netto 5-0.
Giusto così, comunque. La Repubblica Ceca non si portava a casa l’insalatiera più famosa al mondo dal lontano 1980, quando il suo nome era ancora Cecoslovacchia e sul campo giocava un certo Ivan Lendl. Quella volta, a Praga, i padroni di casa misero ko l’Italia di Panatta, Bertolucci e Barazzutti, e anche quest’anno gli azzurri hanno fatto – per così dire – da apripista al trionfo ceco: sul cemento indoor di Ostrava, infatti, i ragazzi avevano perso al primo turno, mentre le ragazze erano andate in semifinale. Battuti dai migliori, dunque. Misera consolazione, o forse un importante punto dipartenza. E se fossimo noi la Repubblica Ceca del 2013?