Una piccola stella del cielo aveva un gran desiderio: portare la luce in qualche postaccio buio e tenebroso. Evvia! Era proprio stufa di tenersi tutta quella lucentezza per sé. Che noia! Quella notte tutte le stelle erano in fila e adocchiavano giù, sulla terra. «Possibile che si faccia tutta questa confusione?», diceva Luna indignata. «Oh beh, se per questo, oggi sono anche più tranquilli del solito in città…», aveva sussurrato una stella di lunga esperienza. «Ma vedete là su quella montagna? Là è diversa la faccenda, c’è anche un bambino fra i pastori che dormono accanto al fuoco».

 

Stellina era curiosa per natura e si affacciò, sgomitando un po’ fra le punte delle altre stelle. Laggiù in quell’angolo della Terra quel bambino stava snocciolando una cantilena: «Stellina brillante,/ stellina cadente,/ stellina bambina,/ stellina piccina,/ ti aspetto stasera,/ ti aspetto e sei vera,/ ti canto la nanna,/ ti accendo una fiamma./ Stellina piccina,/ stellina bambina,/ sei tu mia compagna,/ su questa montagna./ Stellina brillante,/ stellina cadente,/ se vieni stasera,/ io so che sei vera».

 

Il bambino della cantilena aveva chiuso gli occhi e poi aveva guardato in su, verso il cielo e a Stellina sembrava proprio che avesse trovato lei, con lo sguardo, in mezzo a mille e più stelle. E mentre tutte le stelle vicine erano prese dai loro affari, scivolò giù giù, verso la Terra, la montagna e il bambino. In fondo non era quello il suo desiderio più grande? Dare la sua luce a chi davvero la desiderava e aveva cuore per riconoscerla.

 

Il bambino, strabiliato, ebbe la sua stella brillante e non si sentì più solo in quei pascoli lontani. E Stellina ebbe la certezza di aver fatto la cosa più giusta. Qualche volta basta saper chiedere con coraggio e fiducia la realizzazione dei nostri sogni!