Stand up per il mondo unito
APunta Alta (Argentina) i vigili del fuoco suonano le sirene: è mezzogiorno e i cittadini accendono di corsa la radio per sapere cosa sia successo: è semplicemente cominciata la Settimana mondo unito (Smu). I Giovani per un mondo unito (Gmu) del luogo sono in onda, pronti a spiegare tutto e ad invitare gli abitanti di questa città militare (la più grande base navale del paese) ad aderire alle iniziative di queste giornate, dal 10 al 17 ottobre, dedicate in tutto il mondo al… mondo unito, appunto. Dal 1996 i giovani dei Focolari concentrano nella Smu tutte le attività volte a far conoscere all’opinione pubblica ciò che durante l’anno viene vissuto per promuovere la pace e la fraternità fra singoli, gruppi e popoli. Nell’attuale clima rovente giovani di tutto il pianeta si sono dati appuntamento per offrire con le loro piccole o grandi iniziative, una risposta positiva alle sfide ed ai problemi che vivono ogni giorno. Il titolo dell’edizione 2004 della Smu è infatti Frammenti di fraternità, a significare l’impegno di vivere e costruire ognuno lì dove vive, attraverso gesti di solidarietà, riconciliazione e accoglienza, brani di fraternità. Una delle principali caratteristiche della Smu è stata quest’anno l’impegno nel territorio. Rimboccandosi le maniche e cominciando in prima persona, i giovani hanno voluto risvegliare le coscienze: si può fare qualcosa per risolvere i problemi della propria gente. I giovani dell’Angola, un paese distrutto dalla guerra civile, hanno intrapreso da tempo iniziative a sostegno di mutilati di guerra, orfani e vedove. Ed ora hanno chiamato tutti, attraverso trasmissioni radiofoniche e volantini, a farsi costruttori di pace nel proprio ambiente. Abbiamo capito che noi possiamo fare qualcosa per ricostruire il nostro paese, ci hanno detto convinti. Dello stesso parere sono i ragazzi dell’Albania: Il nostro è un paese uscito da pochi anni dalla dittatura comunista e deve percorrere una lunga strada costellata di tante difficoltà. Noi diamo il nostro contributo in forme diverse. Con il nostro giornalino Mozaik diffondiamo l’idea del mondo unito; e a Tirana portiamo periodicamente il nostro amore ai bambini di strada nelle periferie della città. Il futuro del nostro paese ci sta molto a cuore, perciò assieme ad altri movimenti stiamo organizzando un corso di formazione sociopolitica che intende dare un contributo perché l’Albania realizzi una politica più umana e costruttiva. Per condividere in tutto la vita del quartiere più povero di Beirut, dove operano da due anni, i Gmu vi hanno stabilito la propria sede, centro di smistamento di beni di prima necessità e… aula di lezione per i più piccoli. In molti paesi del continente africano, invece, i giovani hanno promosso iniziative a sostegno dei carcerati, che vivono in condizioni di vero abbandono: in Burundi, Nigeria, Costa d’Avorio. O anche degli orfani, centinaia di migliaia, vittime di Aids e di malnutrizione. A Man più di 20 giovani hanno deciso di donare sangue gratis all’ospedale centrale, sapendo che avrebbe salvato molte vite umane, soprattutto bambini e ricevendone il commosso ringraziamento dell’equipe dei Medici senza frontiere: Non è una cosa di tutti i giorni, qui la gente ha paura di donare il sangue. E potremmo continuare, elencando le centinaia di iniziative, in Europa, America, Asia, Oceania, a favore di disabili, senza fissa dimora, rifugiati e profughi, anziani, madri in necessità… Come testimoniano i protagonisti (e i risultati) non si tratta di semplice assistenzialismo. Sono appunto Frammenti di fraternità, che si costruisco- no, cominciando proprio da chi non ha voce o viene messo ai margini dei centri decisionali del potere, perché tutti si sentano uguali e ritrovino la speranza di poter essere costruttori del proprio futuro. Per questo non meraviglia che anche rappresentanti delle istituzioni siano entusiasti della Smu, come quel deputato federale brasiliano che ha partecipato sponsorizzando manifesti di cinque metri per due affissi nelle strade di tutto lo stato del Minas Gerais. E nella città di Rosario (Argentina) la giunta comunale, per il secondo anno consecutivo, ha dichiarato la Smu di interesse municipale, promuovendone le manifestazioni. Anche in molti comuni italiani si è guardato più che con simpatia alla vitalità dei Gmu, come a Teramo, dove l’amore per la propria città ha spinto i giovani ad organizzare Sconfinando, percorsi verso il mondo unito: iniziative sportive e culturali che coinvolgevano la cittadinanza, aprendola però ad altri spazi, come progetti per l’Africa, ad esempio. Per diffondere le loro idee, i giovani hanno approfittato di tutti i mezzi, dagli sms – sfruttati al massimo in Asia – ai siti web nati per l’occasione, alle trasmissioni radiofoniche – a volte quotidiane, come a Perugia o a Luanda in Angola – dai semplici articoli di giornale – per la prima volta su un quotidiano a larga diffusione di Hong Kong – agli insoliti striscioni sulle fiancate degli autobus – come su venti pullman di una città brasiliana. Originale l’idea dei portoghesi: hanno stampato e distribuito in numerose mense universitarie delle tovagliette di carta per i vassoi. In ogni occasione i Gmu hanno raccontato del loro impegno nel sociale, per l’ambiente, per costruire rapporti veri in famiglia, a scuola, nell’ambito economico e in quello politico. E di come hanno compreso che lavorare per la pace va di pari passo con il dialogo a tutto campo. Innumerevoli infatti sono state le iniziative promosse per incrementare la conoscenza reciproca tra gruppi di nazionalità, culture o religioni diverse. Come un torneo di calcio in Belgio, che ha accresciuto l’amicizia tra giovani fiamminghi e valloni e con ragazzi provenienti da nazioni dell’Africa e dell’Asia di religione musulmana. In molti posti si è dato vita a manifestazioni per la pace, tavole rotonde sul tema, invitando persone di diverso credo, ma soprattutto si è andati incontro alla mentalità e agli usi di popoli e culture. A Manhattan alcuni giovani cristiani hanno deciso di osservare il digiuno il primo giorno del Ramadan, devolvendo l’equivalente ad una opera sociale. In Thailandia è stato incrementato il dialogo con buddisti e musulmani con appositi momenti di scambio. Significativa l’espressione di un giovane musulmano libanese che ha partecipato alla Smu: Mi sono ritrovato in questo che voi proponete e quello che mi è molto piaciuto è essere in mezzo a gente che conosce l’importanza della vita e sa perché valga la pena vivere. Per una cosa così vale la pena vivere : forse è questa una delle impressioni più ricorrenti nei messaggi da tutto il mondo a conclusione della Smu, dopo un collegamento telefonico mondiale, che ha riunito 102 città nei cinque continenti, più molte altre collegate in diretta o in differita. Dopo aver ascoltato le testimonianze di loro coetanei da Indonesia, Perù, Angola, Gerusalemme, Pakistan, Paraguay, Albania, Libano, Zimbabwe e Russia, c’è chi ha detto di aver ritrovato la speranza, anzi la certezza che un mondo in pace è possibile. La telefonata planetaria è risultata come un telegiornale positivo, di quelle notizie che vorremmo sentire, ma non vengono mai fuori. È giunta a suggello di una Smu 2004 che ha visto il mondo disseminato di frammenti di fraternità. E chi toglierà a questi giovani la convinzione che – frammento dopo frammento – si compone il mosaico del mondo unito?