Sri Lanka alle urne per scegliere il nuovo premier
Nella giornata di ieri, quindici milioni di cittadini dello Sri Lanka si sono recati a votare nei 12.314 seggi dislocati in tutti i punti dell’isola dell’Oceano Indiano. Gli elettori sono chiamati a dar vita, con le loro preferenze, al nuovo Parlamento e scegliere il nuovo Primo Ministro, dopo che all’inizio dell’anno era stato eletto il presidente della Repubblica, Maithripala Sirisena.
Quello che uscirà da questa tornata elettorale sarà il quindicesimo parlamento eletto democraticamente dall’indipendenza ottenuta dall’isola di Ceylon alla fine degli anni Quaranta. Il parlamento srilankese è formato da 225 membri, che questa volta saranno eletti tra 6.161 candidati appartenenti a 39 partiti politici e 201 gruppi indipendenti, in 22 distretti elettorali.
In generale, questa tornata elettorale presenta un’atmosfera più serena che le passate esperienze, spesso teatro di violenza, soprattutto durante il conflitto che ha insanguinato il Paese da metà degli anni Ottanta del secolo scorso fino alla seconda metà del primo decennio di questo millennio. L’agenzia AsiaNews, riporta il commento di Suor Deepa Fernando, suora della Sacra Famiglia e membro dell’organizzazione per il monitoraggio elettorale Paffrel (People’s Action for Free and Fair Elections), che ha dichiarato che i cittadini sono molto più consapevoli del loro diritto di voto. "In tutta onestà, possiamo essere felici di questo cambiamento di cultura”, ha dichiarato la religiosa.
I due principali concorrenti per la carica di primo ministro sono Ranil Wickremasinghe e Mahinda Rajapaksa. Il primo, attuale premier in carica e candidato per il United National Party (Unp, principale partito d’opposizione), si presenta nel distretto della capitale, Colombo. Il secondo, ex presidente della repubblica, personaggio controverso per lo stile con cui ha condotto la sua presidenza, è candidato per la United People Freedom Alliance (Upfa), e si è presentato nel distretto di Kurunegala. La candidatura di Rajapaksa ha scatenato un acceso dibattito nel Paese, e il timore nella società civile di un ritorno al suo regime.
Nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano indiano The Hindu, Wickremasinghe ha dichiarato: “Queste elezioni sono cruciali quanto quelle del 1977 [mandarono a casa un governo molto impopolare, ndr]. C’è un chiaro trend contro [il ritorno] dell’ex presidente Mahinda Rajapaksa e il tipo di governo autocratico che aveva instaurato. Il popolo è per l’apertura, la trasparenza e il buon governo”. Il 14 agosto il presidente Maithripala Sirisena ha scritto una lettera a Rajapaksa. Nella missiva, l’attuale capo di Stato chiede al suo ex compagno di partito di “non fomentare il nazionalismo” e afferma che “non sarà nominato Primo ministro, anche se [il partito] dovesse ottenere la maggioranza. Altri candidati potranno assumere quella carica”.
Nelle scorse settimane fra i vari appelli si è distinto quello dei leaders delle diverse religioni che hanno invitato a votare candidati che si siano distinti per la loro onestà e capacità, non per l’appartenenza politica. “La lealtà a un partito – avevano scritto i vescovi cattolici in un comunicato pubblicato il 31 luglio – non dovrebbe essere l’unico criterio di scelta di voto. Educazione, cultura generale, integrità, onestà, e rispetto dello Stato di diritto sono qualità che dovrebbero caratterizzare quanti aspirano alla leadership politica”.
Il Congresso delle religioni, che raccoglie rappresentanti dei diversi credo, ha invece dichiarato: “Sono passati 67 anni da quando lo Sri Lanka ha ottenuto l’indipendenza. Corruzione, frodi, alcol, gioco d’azzardo e droga stanno distruggendo la nostra madre terra, che è piena di risorse naturali. L’ordine pubblico non è stato mantenuto. Abbiamo bisogno di un Paese che rispetti la giustizia e le leggi”. Il ven. Ittapane Dhammalankara Thero, monaco buddista membro del Congresso delle religioni, ha sottolineato: “Oggi possiamo sperimentare un’atmosfera pre-elettorale più pacifica che in passato. Dobbiamo ringraziare il commissario elettorale per questo. Ma abbiamo la responsabilità di mantenere questo clima, scegliendo candidati onesti quando andremo al voto. Perché il Parlamento è un luogo sacro, dove devono entrare solo persone adatte e irreprensibili”.
Fonte: AsiaNews