Squarci di cielo tra il fango
I vicoli di Genova, in questa settimana sono stati gremiti di ragazzi accomunati da un unico obiettivo: «Rialzare Genova». Tra i tantissimi “Angeli del fango”, c’era anche un folto gruppo di giovani dell’oratorio don Bosco di Sampierdarena, gli animatori dell’Estate Ragazzi, accompagnati dal direttore e dall’incaricato dell’oratorio. Hanno operato nelle zone di Brignole, Marassi, Corso Torino, Borgo Incrociati e Piazza della Vittoria. Bruno Andrea, Gualco Marta, raccontano: «Noi non siamo andati come parrocchia, oratorio o gruppo sportivo, ma come “cittadini genovesi”. La nostra città chiama e noi decidiamo di andare per dare un aiuto». Così racconta Montisci Mattia. «Quello che abbiamo visto ci ha scioccato, cosi rimboccate le maniche, chi con la pala, chi con la scopa e chi a mano, abbiamo cominciato a dare il nostro contributo. Alla fine del primo giorno eravamo tutti a pezzi ma felici di aver aiutato qualcuno. La domenica, dopo la messa della mattina, ritorniamo. Questa volta più numerosi, una ventina. Una volta arrivati nel centro città, ci siamo divisi: col mio gruppo abbiamo sgomberato un parcheggio ed una cantina, l’altro gruppo ha iniziato a pulire alcune strade laterali di Piazzale Kennedy. Anche questo secondo giorno la fatica è stata tanta ma la felicità ancor di più. In questi giorni di “aiuto” ho visto tutte le persone che hanno dato un contributo felici di aver dato una mano. Siamo stati onorati di aver potuto dare un nostro piccolo contributo alla città». Anche i giovani del Centro di Formazione professionale si sono subito mobilitati per aiutare le persone in difficoltà. Raccontano: «Il municipio ci ha indicato una pizzeria che aveva bisogno di aiuto. La situazione era messa veramente male e allora abbiamo messo in ordine bicchieri, posate, piatti per portarli via e lavarli. Una decina di noi invece è andata ad aiutare persone in difficoltà. Poi accompagnati da un funzionario del Comune siamo andati a scaricare sacchi di sabbia davanti ai negozi per contenere un’altra piena improvvisa del fiume Bisagno. Insomma come tanti abbiamo cercato di dare una mano, ci siamo andati perché ci siamo chiesti: "Cosa facciamo per Genova?”».