Questo studio consiste in un esame critico del ruolo assegnato all'individuo e alla società da parte del filone principale della teoria economica, cioè di quell'insieme di nozioni e convinzioni che si può considerare dominante nell'insegnamento universitario e nelle pubblicazioni più autorevoli. Dopo qualche accenno alle origini della scienza economica, il saggio si sofferma sulla visione del mondo della scuola neoclassica tradizionale, per poi passare alla macroeconomia di ispirazione keynesiana; vengono successivamente considerati la teoria delle scelte sociali e alcuni recenti sviluppi che contengono alcuni elementi di novità. Lungo tutto il saggio, Benedetto Gui fa emergere la notevole capacità di analisi raggiunta dalla scienza economica dominante ma, al tempo stesso, ne indica alcuni vizi di origine che la portano a prescindere da fondamentali dimensioni dell'uomo. Una visione alternativa, cui si possa riconoscere dignità scientifica, non c'è ancora. Ma è possibile che l'attuale disagio di molti economisti riesca a imboccare una strada costruttiva, che porti ad una teoria economica maggiormente aderente alla complessità della natura umana.