Spese abortive
Chi di noi è consapevole di dare ogni anno soldi alle istituzioni per finanziare l’uccisione di bambini nel grembo materno? Occorre considerare che l’intero percorso che porta all’aborto e poi l’intervento stesso sono a carico della collettività. Per di più non esistono oggi a livello nazionale delle forme di sostegno economico specifiche per le situazioni di maternità difficili. Sono le riflessioni dell’associazione Papa Giovanni XXIII di don Benzi. E lancia una campagna di obiezione alle spese abortive, affinché vengano piuttosto finanziati interventi di sostegno a mamme in difficoltà nel portare avanti la gravidanza. Per aderire, occorre effettuare un versamento simbolico ad una realtà che opera per la vita nascente e inviare una “dichiarazione di obiezione” al presidente della Repubblica. Il modulo e le spiegazioni sono scaricabili al sito www.comune.modena.it/as sociazioni/apg23mo Buoni scuola Il governo dello Ohio da 6 anni offre alle famiglie di basso reddito che desiderano trasferire i loro figli ad un’istituzione privata un contributo per pagare la retta. Recentemente alcuni insegnanti delle scuole pubbliche di Cleveland hanno sollevato una querela contro il Dipartimento all’istruzione dell’Ohio. Secondo loro, venivano finanziate con denaro pubblico istituzioni religiose, violando la separazione tra stato e chiesa. La Corte su- prema degli Stati Uniti però ha dichiarato che il denaro va alle famiglie e non direttamente alle scuole. Ha affermato dunque come pienamente legittimi i buoni scuola statali per famiglie povere. Progetto neonati Spesso alcuni genitori, per motivi socioeconomici insuperabili, sono costretti a privarsi della presenza del loro figlio appena nato. Il bambino rimane per un periodo in ospedale e poi viene assegnato ad un istituto. Il comune di Torino ha rivolto la sua attenzione proprio a questi piccoli sfortunati, nel desiderio di dare un migliore inizio alla loro vita. Il “Progetto neonati” consiste nel trovare in tempi brevissimi ai bambini da 0 a 18 mesi un’altra famiglia cui possano venire affidati, finché la famiglia naturale non sia nella possibilità di riaccoglierli con sé. Nella fase più delicata della sua crescita “ogni neonato -spiega l’assessore Stefano Lepri – ha bisogno di strutturare un’attenzione affettiva privilegiata. Per questo occorre assicurargli il diritto a crescere in un ambiente familiare”. Giovani e porto d’armi A seguito della terribile strage perpetrata da un giovane che possedeva un regolare porto d’armi al liceo Gutenberg di Erfurt in Germania, la Camera bassa del Parlamento tedesco ha varato un inasprimento della legge sul porto d’armi per quanto riguarda i giovani. Tra le misure previste c’è l’innalzamento del limite d’età (da 18 a 21 anni) per il porto d’armi; e la necessità per i minori di 25 anni, che vorranno in futuro acquistare un’arma, di presentare un certificato medico di salute mentale. Contemporaneamente, allo stesso scopo, è stato varato anche un altro provvedimento che mira a difendere bambini e ragazzi da videogame e siti Internet a contenuto violento.