Spari nel cuore di Bangkok
Continuano le proteste nel paese asiatico, in attesa di una soluzione del conflitto che contrappone le camicie rosse al Governo. La cronaca dal nostro corrispondente.
Gia’ da ieri alle ore 18 la situazione e’ drasticamente cambiata: chiusura completa delle strade adiacenti all’incrocio Ratchaprasong, teatro della manistazione delle camice rosse da piu’di un mese. Si sentono spari al telefono. Provengono dalle case vicine. Armi automatiche, pistole, esplodono colpi mentre il nostro corrispondente Louis Hongrois cerca di ragguagliarci sulla situazione tailandese.
«Siamo chiusi anche noi all’interno del quadrato nella zona di guerra …dove da ore i militari cercano d’avanzare per mantenere e stabilizzare il controllo della zona – spiega Hongrois. I miei coinquilini in questo momento sono ancora al lavoro e sto cercando di contattarli per suggerirgli le strade da evitare».
Da piu’ di un mese , infatti, le camice rosse hanno occupato il cuore commerciale di Bangkok e l’hanno allestito come «palco democratico» per tutto il Paese. «In altre 10 province, ieri notte, intanto è stato allargato lo stato di emergenza – prosegue Hongrois, per impedire che le camice rosse stipate nella capitale ricevano rinforzi soprattutto dal nord est del paese». I sostenitori dell’ex primo ministro infatti continuano a non riconoscere l’attuale governo in carica con a capo Abhisit Vejjajiva e chiedono lo sciolgliemnto del Parlamento e nuove elezioni.
Intanto ieri il ferimento del comandante rosso Khattiya Sawasdipol ha infiammato gli animi. Un colpo sparato con un fucile di precisione da lontanto e probabilmente dall’alto. Qualcuno sostiene che sia stato l’esercito governativo a sparargli durante l’intervista con un corrispondente estero, ma le responsabilità sono ancora da chiarire. «C’è molta confusione in merito, – ci riferisce il nostro corrispondente: non si esclude una ‘terza mano’… La cosa strana e’ che lui e’ stato ferito un’ora dopo la dichiarazione dello stato d’emergenza e un po’ fuori dalla zona sicura, anche se circondato dai suoi, sotto i riflettori per un’intervista in una zona ‘stranamente’ riparata».
Si dice che l’ex primo ministro Thaksin Shinawatra continui nel sostegno alle camice rosse.Fonti ben informate riferiscono poi, che dal Montenegro, dove Shinawatra ha acquistato la cittadinanza continui i suoi affari e i suoi intrecci con gli altri paesi del sud est asiatico.
«L’esercito cerca di mantenere il controllo della situazione, il paese non è nel caos nonostante gli scontri e le manifestazioni» specifica Hongrois. Fonti ufficiose hanno annunciato che, entro domenica, la situazione potrebbe tornare alla normalità, poiché sono stati tagliati i contatti con i dissidenti fuori dalla capitale e con molti dei manifestanti.
«Certo ci sono anche morti negli scontri, ma si cerca di non provocare massacri o stragi. I militari avanzano lentamente, ma non stanno invadendo, di colpo, lo spazio della camice rosse», conclude il nostro corrispondente. Intanto la pace imminente viene annunciata ripetutamente alla radio. Si chiede a tutti i fedeli, di qualsiasi religione, di pregare: ad ogni persona viene chiesto un minuto di preghiera. Non solo spari a Bangkok., ma anche invocazioni al cielo. La Thailandia e’ anche questo.