Spagna: tra rinnovabili e noccioli d’oliva

La Spagna ha generato quasi il 60% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili nella prima metà del 2024, grazie alla nuova capacità prodotta dall’energia solare e all’aumento della produzione delle centrali idroelettriche. L’anno scorso le fonti rinnovabili rappresentavano il 51% del totale. L’approccio di un cittadino spagnolo.
Un uliveto a Siviglia, in Spagna. EPA/RAUL CARO

Ieri ho trovato la bolletta della luce nella mia casella di posta elettronica. Mi dice che ho speso 5,65 euro al giorno. Di questi, mi spiega la bolletta, il 65,93% corrisponde al «costo di produzione dell’energia che consumi», mentre il 34,07% restante è costituito da tasse e oneri vari (l’Iva è ora al 10%, dopo un periodo al 5%). Sembrano tanti quei 5,65 euro al giorno, ma se penso che nel periodo fatturato (29 giorni) a casa eravamo in otto, ognuno ha speso 0,70 euro al giorno: non è poi tanto. Certo, c’è chi sta più attento a consumare energia nelle ore fuori punta e notturne, meno costose, o in quelle intermedie, mentre altri attaccano la spina senza guardare l’orologio. C’è anche chi usa il ferro da stiro per ogni capo di vestiario, mentre altri non stirano una camicia da diverso tempo. Insomma, abitudini diverse. Se poi penso ai tanti elettrodomestici e aggeggi elettrici in continuo uso, o a chi si dimentica di spegnere la luce quando esce da una stanza o di staccare il condizionatore quando non è in casa. Siamo fregati. A casa dicono che ho il pugno chiuso (o il braccino corto) per quel che riguarda i soldi, io invece preferisco ritenermi ecologico. Sì, sono punti di vista diversi.

Riguardo all’ecologia, un’interessante informazione di cui la bolletta mi ha informato è «l’origine dell’elettricità» che ho consumato: 75,6% proviene da fonti rinnovabili, 10,1% dal nucleare [in Spagna sono attive alcune centrali], 9,2% dal gas e il 5,1% restante da altre fonti. Non so se tutte le aziende elettriche sono così avanzate nello sviluppo del rinnovabile, ma quella che mi fornisce la corrente elettrica certamente ha fatto un vero sforzo. Nel gennaio 2022 solo il 6,4% dell’elettricità prodotta da questo fornitore proveniva da fonti rinnovabili; nel gennaio 2023 è arrivata al 20%; nell’agosto 2023 al 47%; ora è al 75%. Mica male. Si direbbe che i tempi difficili, come questi ultimi anni di crisi energetica, stimolano fortemente la ricerca di nuove risorse.

Parlando di nuove risorse, sapevate che i noccioli delle olive sono anche una fonte di energia, oppure servono per fabbricare «contenitori attivi per la conservazione di frutta e verdura»? L’ho letto poco tempo fa su una rivista di economia. Uno degli articoli aveva il sorprendente titolo: «noccioli delle olive per volare». E un altro, con una nota certamente patriottica: «In Spagna si stanno convertendo i noccioli di oliva in combustibile». La notizia pubblicata da lacarabuenadelmundo.com (la faccia buona del mondo) informa sul guadagno dei produttori di olio d’oliva, che ora «possono vendere noccioli d’oliva come ingrediente per i biocarburanti». È da qualche tempo che ciò accade, perché ogni anno tonnellate di noccioli di oliva vengono consumati per riscaldare le case. Adesso si aggiunge che dai noccioli si può anche estrarre combustibile per gli aerei. Sono già state fatti test con aerei di varie compagnie, ma ci sono ancora da sviluppare alcuni fattori tecnici collaterali. Anche se il settore dell’aviazione rappresenta solo il 2,5% delle emissioni globali di anidride carbonica, si è posto l’obiettivo di ridurre le sue emissioni inquinanti tra l’80% e il 100%.

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