Spagna, fatti di solidarietà civica
In mezzo alle proteste che si sono scatenate in tutta Europa (e non solo) nell’ultimo weekend, soprattutto nelle grandi città, a causa delle misure di confinamento adottate per contrastare il dilagare della pandemia di Covid-19, l’episodio di cui è stato promotore e protagonista Pablo Alcaide spunta come un bocciolo in primavera. Non è certo la prima volta che succede un fatto di solidarietà del genere, ma non sempre diventa così nota, anzi virale. Pablo è un sedicenne che vive a Logroño, nel Nord della Spagna, provincia di La Rioja, 4 ore di auto da Madrid in direzione del Mar Cantabrico. Un luogo magnifico ma certamente non famoso, almeno fino ai giorni scorsi.
I fatti sono molto semplici: nella tarda serata di sabato 31 ottobre anche a Logroño, città di circa 150 mila abitanti, si sono registrate proteste contro il lockdown imposto dal Governo per tentare di arginare la diffusione del coronavirus, che in quel periodo sta dilagando in Spagna al ritmo di 25 mila nuovi contagiati al giorno. E le proteste, come dappertutto, riguardano il confinamento delle persone ma anche e soprattutto le pesanti ricadute economiche e lavorative.
Proteste significa quasi sempre, purtroppo, anche caos, sporcizia e violenza. Per fortuna non sempre, ma la manifestazione di quel sabato sera a Logroño non faceva eccezione. Così, domenica mattina, il giorno dopo, Pablo e una ventina di amici da lui contattati via Instagram sono apparsi nella scena della rivolta per pulire e rimettere a posto l’arredo urbano. Tutto qui, solo questo.
Probabilmente dietro la successiva diffusione della notizia c’è stata una mente giornalistica con sensibilità acuta e tanta voglia di raccontare qualcosa di diverso.
Con l’aiuto delle reti sociali, l’iniziativa di Pablo e dei suoi amici si è fatta strada tra le notizie scottanti di attualità politica per affermare che un comportamento civico è possibile, nonostante tutto. In poche ore, facendo una ricerca con Google si ottengono oltre 177 mila risultati che riportano le “gesta” del gruppetto di Logroño, che arrivano ben presto su quotidiani di ambito nazionale e regionale, radio, Tv, siti web, ecc., media che hanno voluto farsi eco dello slancio di questo adolescente “di buon senso”, in un tempo in cui i giovani vengono criminalizzati per i loro comportamenti antisociali, che non si curano delle regole sanitarie e protestano nelle piazze.
Davanti alle telecamere e ai microfoni della Tv nazionale (Rtve), Pablo spiega senza complessi: «La mia mamma fa la spazzina, e so cosa vuol dire piegare la schiena per portare a casa da mangiare. Tutto questo non mi sembra normale, qui dovrebbero venire rinforzi per ripulire ciò che alcune persone hanno provocato ieri».
Si intuisce, dunque, che le motivazioni di Pablo partono da un’emozione capace di smuovere la sua coscienza e di trascinare i suoi amici. Così li aveva convocati: «Appuntamento alle nove e mezzo. Ognuno porti sacchi e guanti (…) per poter sistemare il più possibile, perché siamo stanchi delle lamentele sugli adolescenti per colpa di un solo gruppo».
Certo, il fatto non poteva non essere ignorato dai politici. Così, la presidente regionale, il sindaco della città, il direttore del Centro emergenze sanitarie, il ministro della salute… perfino il primo ministro Pedro Sánchez, si sono congratulati con Pablo e i suoi amici.
«Questa – ha scritto Sánchez su Twitter – è la gioventù del nostro Paese: generosità, responsabilità, impegno. Valori che ci fanno grandi come società (…) La nostra forza sta nel poter contare gli uni sugli altri».
Probabilmente Pablo non si aspettava di apparire addirittura in tv con il suo gesto, e l’ha anche detto: «Non pensavo che avrebbe avuto questa ripercussione. La nostra intenzione era di fare qualcosa per la nostra città». Non pensava neppure di raggiungere i 500 follower nel suo account Istagram e di trovare lì il saluto della presidente regionale, Concha Andeu: «Oggi vediamo l’altro lato della medaglia nelle strade (…) Sei l’immagine di com’è la società spagnola: civile e impegnata per il bene comune. Grazie!».