Spa-Francorchamps, incidente mortale per Dilano Van’t Hoff
Una giovane promessa
Era una giovane promessa il pilota olandese Dilano Van’t Hoff, uno di quelli che sarebbe andato lontano, magari in Formula Uno, la stessa che, nella giornata di domenica, gli ha dedicato un minuto di silenzio prima dell’avvio del Gran Premio d’Austria. Nato il 26 luglio 2004, Dilano inizia la sua carriera internazionale nel karting all’età di undici anni, competendo negli SKUSA Super Nationals. Lì ottiene notevoli successi nel karting, tra cui il terzo posto sia nella IAME Euro Series che nella IAME International Final nel 2018.
Nel 2021 fa il suo debutto nelle monoposto con Xcel Motorsport nel campionato di Formula 4 UAE. Nel suo primo anno, nonostante un inizio difficile, riesce a recuperare fino al secondo posto nella prima gara e vince le due gare successive, partendo entrambe le volte dalla pole position. Così chiude la sua prima stagione arrivando secondo in campionato per un solo punto di differenza nel round finale.
Nello stesso anno, Van’t Hoff si unisce anche a MP Motorsport nel campionato della Formula 4 Spagnola dove ottiene sei podi consecutivi, tra cui tre vittorie. Queste, insieme anche ad una lunga serie di pole position, gli consentiranno di vincere il campionato.
Nel settembre 2021, l’olandese fa il suo debutto nel Formula Regional European Championship, gareggiando come pilota ospite per MP Motorsport. Visti gli ottimi risultati, il team decide di confermarlo anche per le stagioni 2022 e 2023. È con questo team che, durante la quarta gara del Campionato FIA di Formula 3 europea regionale, sabato scorso, il giovane pilota ha perso la vita.
Due minuti, una curva e una vita spezzata
Un ragazzo promettente, un futuro roseo davanti e un’intera vita da vivere. Tutto, però, svanito in un istante. Sono bastati pochi secondi, una ripartenza forse azzardata e una curva terribile che ha spezzato un’altra vita: la seconda da quando è nato il circuito belga.
È durante la gara 2 del 1° luglio scorso, nel round belga, che il giovanissimo Dilano perde la vita all’uscita del Raidillon in cima all’Eau Rouge, su una pista invasa dall’acqua.
Nel percorso di Spa-Francorchamps la pioggia aveva caratterizzato buona parte della mattinata ed aveva continuato a fare lo stesso durante la gara. Nella Gara 2 delle monoposto, infatti, una Safety Car era intervenuta per un incidente e, quando la gara sembrava ormai terminata, nonostante le avverse condizioni meteorologiche, la direzione gara aveva dato il via libera per gli ultimi due minuti,i che hanno causato molti incidenti e sono risultati fatali per il povero Dilano.
Nella nuvola d’acqua, in cima al Raidillon, infatti, il pilota Tim Tramnitz aveva perso il controllo della sua vettura e aveva subito una collisione sul lato di sinistra, ma era dietro che si sarebbe verificato l’episodio più grave. Un contatto nel traffico ha visto Van’t Hoff scontrarsi con un rivale e rimanere bloccato perpendicolarmente all’ingresso del rettilineo del Kemmel. Così bloccato, è naturale che Adam Fitzgerald non abbia potuto fare nulla per evitare il contatto con la vettura del pilota di MP Motorsport che ha centrato in pieno sulla fiancata spezzandola a metà. Lo scontro non ha lasciato scampo al giovane pilota olandese che, ritrovato incosciente all’interno dell’abitacolo e trasferito d’urgenza in ospedale, non è riuscito a salvarsi.
Il costo della spettacolarità
“Questi ragazzi inseguono un sogno. Come puoi fermarli? Vorrei dirvi che è tutto sbagliato, che non era giusto farlo correre: ma vi mentirei, perché non è così”. Parole particolari di Paolo Simoncelli, padre del “Sic”, morto in Motogp a soli 24 anni, rilasciate a Repubblica.it: risuonano ancora forte e sembrano descrivere perfettamente lo sfortunato incidente di Dilano. Perché si sa, dove c’è velocità, c’è sempre un rischio, un grosso rischio: i responsabili lo sanno e ne accettano gli enormi rischi. Talvolta fatali.
Eppure, se in molti casi le morti sono solo frutto di uno sfortunato incidente, in casi come quelli della morte del giovane olandese, in un incidente che sembra la fotocopia di quello che uccise Antoine Hubert nella stessa parte del circuito di Spa nel 2019, è d’obbligo chiedersi se tutto sia solo uno sfortunato caso.
“Credo che dovremmo esaminare bene questo tipo di situazioni. – questo il commento del campione Max Verstappen a Formula1.it. – È facile incolpare la pista. C’era tantissima acqua, stava piovendo. Va fatto qualcosa di meglio per proteggere i piloti – continua l’olandese. – Credo che oggi non fosse necessario correre in quelle condizioni”. Le parole di Verstappen fanno riflettere sull’effettiva necessità di riprendere la gara in condizioni così pericolose. Ma il suo non è l’unico commento polemico. Sullo stesso tono si esprime anche il collega Lance Stroll che, più che alle condizioni meteo, guarda alla pericolosità della curva incriminata.
“Quello che è accaduto non è giusto – ha detto il pilota dell’Aston Martin a f1ingenerale.com– e quella curva deve essere rivista e modificata, perché abbiamo perso due giovani in cinque anni. Servono cambiamenti. Dobbiamo seriamente pensare a cosa fare con quella curva – continua il canadese. -Non è mai divertente passarci: ogni volta che lo facciamo mettiamo la nostra vita sul filo. Oggi abbiamo visto quello che è successo, non è giusto”.
Parole durissime che ci fanno chiedere fino a dove ci si spingerà e qual è il prezzo in vite umane da pagare per una presunta maggiore spettacolarità. Perché la morte di un giovane fa sempre male ma, se questa poteva essere evitata, allora fa malissimo ed è giusto pensarci. Ora però è il momento di ricordare un ragazzo che è morto inseguendo il suo sogno. Sfreccia tra le stelle Dilano, adesso niente potrà più fermarti.
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