Sottocasa
Raiuno, ore 14,10 La vita reale di una piazza contro le luci finte di un centro commerciale, i problemi concreti di una società che si affanna per le strade, contro i mille amori segreti che si intrecciano tra i neon di un negozio e i divani di un ufficio. Con queste credenziali è partita Sottocasa, 90 puntate in onda dal lunedì al venerdì alle 14.10, la nuova soap di Raiuno che sfida le corazzate Beatiful e Centovetrine, le telenovele che tengono con il fiato sospeso milioni di italiani su Canale 5. Lo spunto iniziale è una brutta storia di usura che non è quello di cui abitualmente si occupano questo tipo di produzioni. Di lì parte il racconto della vita di Piazza Meridiana su cui si affacciano il bar e il minimarket, la scuola la trattoria e la metropolitana. È il centro di tutto il quartiere, il luogo in cui tutti si conoscono e s’incontrano. A sottolineare la differenza con la concorrenza, la Rai l’ha definita una piazza multietnica, multirazziale, multietà ben altra cosa rispetto alle altre fiction giornaliere in cui tutti gli ambienti sono claustrofobici e la vita reale sembra restare fuori dalla porta. Sulla scia del successo di Un posto al sole, Sottocasa promette di prendere spunti dalla cronaca, per non ricreare quel mondo parallelo di tradimenti, separazioni, amori impossibili che contraddistingue le cento vetrine di Mediaset. Ma per quel che si è visto finora il risultato non è ancora all’altezza delle aspettative. Il Real drama, come preferiscono definirlo a viale Mazzini, partito con buone intenzioni non sembra infatti aver trovato il passo giusto. Procede confusa e non pare esser stata granché aiutata sia dalla programmazione di puntate iniziali brevi (che non permettono un’immediata identificazione), sia dalla non sufficiente promozione della rete che dovrebbe rendere popolari i volti della soap tra i quali spiccano Fabio Testi, Giovanni Guidelli e Gabriele Bocciarelli. Per il momento la cosa che più si ricorda della soap di Raiuno è la colonna sonora firmata da Lucio Dalla. E per un investimento importante come quello fatto dalla Rai non è un buon segnale.