Sotto cieli noncuranti
Benedetta Cibrario - Feltrinelli
Racconto a più voci, ambientato in un dicembre torinese fatto di acqua, neve, fango. Romanzo psicologico che parla d’innocenza e di colpa, dove tutto sembra annientarsi nel buio. Il grande caos che sembra governare la vita di tutti, trascina nel suo vortice i protagonisti, puzzle di un disegno che appare non ricomponibile. Un uomo lascia la sua amante, quella con cui esplora le zone buie quando è stanco di luce, in una camera d’albergo, il figlioletto cade dal balcone di casa e muore in circostanze non chiare nell’annichilito silenzio della madre.
Il magistrato Giovanni Corrias è chiamato ad indagare sul caso, mentre sua moglie perde la vita, investita da un’auto. Le due morti sembrano rivelare la chiave del dolore, la percezione di una separazione definitiva, il futuro, premio e punizione insieme, punto di non ritorno. Violaine è la giovane poliziotta che aiuta a ricostruire la sequenza dei fatti.
Matilde, una delle tre figliolette di Giovanni, «la più selvatica, quella con la spina nel cuore più profonda», di dodici anni, con tenerezza e sensibilità osserva gli adulti e la loro impotenza di fronte al sovrastante dolore, sente su di sé la responsabilità di mettere a posto le cose.
La sua infantile, drammatica ricerca di una soluzione sembra anch’essa destinata allo scacco totale, ma si incontra con l’attenzione premurosa di qualcuno capace di aprire uno spiraglio nei cieli noncuranti, perché forse le cose degli uomini, le più difficili da sistemare, possono sistemarsi da sole; o forse è proprio la piccola dose di “cura” che ciascuno può dedicare alle cose e alle persone che ha intorno, ad avere la capacità di rivelare l’altro lato della verità, l’altro lato del caos.