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Qualche giorno fa sono stata invitata a dialogare con alcune centinaia di persone riunite nel bresciano interessate a conoscere il dietro le quinte di Città Nuova, come funziona la redazione che produce il mensile e il quotidiano web, come ci muoviamo nell’attuale panorama informativo, come gestiamo e disinneschiamo le tante polarizzazioni che si vengono a creare nella società attorno ai diversi temi divisivi, se la scelta del dialogo (propria di Città Nuova) e il coraggio di portare avanti le proprie idee sono in antitesi o complementari.
Il tema dell’appuntamento era “Da quale punto di vista? Il dialogo, via dell’unità”. Logico, quindi, porre queste domande e chiedere ad esempio come fa Città Nuova a mettere in pratica quello che è stato definito dai presenti un “programma audace”, cioè analizzare «fatti, attualità, tendenze, spiritualità e storie di vita dalla prospettiva del dialogo e della fraternità», come si legge sul nostro sito.
Ne è risultato un dialogo aperto, vivace, onesto, come hanno commentato in tanti, un’occasione per rimettere a fuoco insieme la mission di Città Nuova, che per noi è quella di «aiutare a vivere dentro la complessità del reale. Promuovere l’unità tra popoli, culture e religioni, in ambito civile, sociale ed ecclesiale, diffondendo la cultura del dialogo attraverso riviste, contenuti multimediali, eventi sul territorio». Questo, concretamente, vuol dire, come recita la nostra vision, «fare casa e dare voce a quanti credono nella fraternità. Città Nuova è uno spazio aperto ed inclusivo di dialogo, di ascolto, di elaborazione di idee tra culture e mentalità diverse, che alimenta il pensiero e stimola l’azione tesi al bene comune».
Una delle domande rivoltemi dal pubblico riguardava un aspetto particolare. «Ricevete pressioni da forze politiche?». Risposta semplice e immediata: «No». Ringrazio chi mi ha posto questa domanda perché mi dà l’occasione di spiegare che Città Nuova non è assoggettata ad alcun partito, né dipende dal Governo di turno, ma risponde ad un ideale alto, quello dell’unità e della fraternità. È per questo che con i colleghi della redazione non lesiniamo sforzi e fatiche, con un impegno che va ben oltre i confini del semplice dipendente di un’azienda, ma che assume i contorni di una missione in cui crediamo con tutti noi stessi. Se dovessimo stare in balìa di un proprietario al quale dover rispondere ed obbedire, spiego al mio interlocutore, non impiegheremmo le energie e il tempo che investiamo con generosità.
Indro Montanelli, maestro di giornalismo, sosteneva che «l’unico padrone del giornalista è il lettore». Anche per noi il rapporto con i lettori è fondamentale, costitutivo del nostro modo di lavorare, attraverso incontri nelle diverse città, scambi epistolari, collegamenti telematici… Concludo la mia risposta all’amico bresciano spiegando che Città Nuova deve ai suoi lettori la possibilità di andare avanti; che grazie a chi si abbona alle nostre riviste possiamo sostenere i costi di un’informazione gratuita e libera (in tutti i sensi) sul sito web; che è possibile sostenere quest’informazione anche semplicemente donando qualcosa.
Tanti lo fanno già da anni, facendo arrivare in redazione offerte per abbonamenti alle carceri o alle scuole o a persone che non ne hanno la possibilità. Da un po’ di tempo abbiamo anche delle pagine dedicate alle donazioni spontanee. È un modo per continuare a credere insieme che un’informazione libera, alternativa, orientata alla fraternità, è possibile.
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