Sospesi in Francia alcuni visti per studenti africani
Il governo francese ha deciso di “punire” gli Stati africani del Sahel in seguito alle manifestazioni e dichiarazioni antifrancesi dal 2022 in Mali e Burkina Faso e ora in Niger? L’impressione è questa. Mentre oggi in questi Paesi viene messo in discussione l’imperialismo francese, la Francia attacca i giovani africani che già soffrono quotidianamente le conseguenze delle politiche post-coloniali francesi.
I visti per gli studenti provenienti dal Mali, dal Niger o dal Burkina Faso che dovessero proseguire gli studi in Francia sono sospesi, a causa della chiusura dei servizi consolari francesi in questi Paesi: in questi termini si è espresso il 16 settembre il Ministero degli Affari Esteri. Decine di studenti rimarrebbero così immobilizzati per un periodo indefinito, “vittime innocenti dell’attuale crisi diplomatica”.
La Francia giustifica la sua decisione chiudendo i suoi servizi consolari in questi Paesi. Le relazioni con questi tre stati sono diventate molte tese a causa della successione di colpi di stato che si sono verificati recentemente.
«Campus France e i servizi di visto non possono più funzionare normalmente. Artisti, studenti e ricercatori già in Francia continuano normalmente le loro attività e i loro studi e sono i benvenuti», ha affermato il Ministero degli Esteri della Francia.
Una direttiva amministrativa emanata dalle Direzioni Regionali degli Affari Culturali (Drac) che chiedeva la sospensione di ogni collaborazione con artisti del Niger, del Mali e del Burkina Faso, ha suscitato polemiche il 14 settembre. Durante un viaggio nell’Est della Francia, venerdì 15 settembre, il presidente Emmanuel Macron ha voluto rassicurare dicendo: «Quando diciamo che non ci sarà alcun visto o che “annulliamo tutti gli eventi che avrebbero dovuto verificarsi in Francia con gli artisti provenienti da Burkina Faso, Mali o Niger”: è sbagliato, non succederà».
«Non si tratta di fermare gli scambi con gli artisti», ha affermato il ministro della Cultura, Rima Abdul Malak, che ha però ricordato l’impossibilità di rilasciare nuovi visti. «Il Ministero per l’Europa e gli Affari Esteri non ha mai dato disposizioni per sospendere la cooperazione con Mali, Niger e Burkina Faso, o con i loro cittadini. È la cooperazione della Francia in questi tre Paesi ad essere sospesa, tenendo conto del contesto politico e di sicurezza». Un sapiente gioco di parole insomma!
Diversi studenti provenienti dai tre Paesi del Sahel hanno ricevuto un messaggio dalla diplomazia francese che li informava della cancellazione del loro soggiorno in Francia a causa della crisi diplomatica in corso… «Sono spiacente di informarvi che stiamo cancellando il nostro sostegno per il vostro soggiorno in Francia, tutti i servizi Campus France sono cancellati (biglietto aereo, indennità e assicurazione sanitaria)», annuncia in un messaggio elettronico un contatto del Ministero dell’Europa e degli Affari Esteri, email ricevuta il 30 agosto da uno studente burkinabé.
E continua: «La Francia ha sospeso gli aiuti allo sviluppo a Burkina Faso, Mali e Niger. Questa decisione riguarda anche le borse di mobilità del governo francese, di cui lei è beneficiario», spiega il messaggio. Cioè, il dottorando in Geografia, di nazionalità burkinabé, è stato informato che non avrebbe ricevuto durante il suo soggiorno di ricerca in Francia la somma di 1.500 euro al mese, per tre mesi, che era prevista dall’accordo.
Va ricordato, inoltre, che la Francia ospita attualmente circa 3.000 studenti maliani, 2.500 burkinabé e 1.200 nigerini nei suoi istituti di istruzione superiore. Nonostante le tensioni politiche e diplomatiche che da due anni contrappongono Parigi alle capitali del Sahel, la Francia resta una destinazione privilegiata per gli studenti dell’Africa occidentale.
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