Sorpresi dall’acqua: perché?

Dai monsoni del continente asiatico ai nubifragi di casa nostra. Le piogge hanno causato alluvioni e sciagure, ma quali sono le cause? Intervista ad Antonello Pasini
Thailandia

Tre mesi fa iniziava il calvario di Bangkok. Ma mentre le immagini della capitale thailandese – sommersa dall’acqua  – facevano il giro del mondo, anche il Belpaese ha dovuto far fronte ad una situazione d’emergenza. Prima le piogge hanno flagellato le Cinque Terre e la Lunigiana, poi Genova e infine il Sud con la Sicilia in testa e l’allarme lanciato per Calabria e Puglia.

 

Per la Thailandia si tratta della più violenta inondazione da 75 anni a questa parte e in Italia oggi sono 3671 comuni a rischio e 4016 eventi di portata catastrofica negli ultimi 100 anni. Dati in preoccupante aumento negli ultimi cinquant’anni che hanno causato migliaia di vittime e dispersi, e visto paesi distrutti dalle acque con strade e autostrade travolte da frane.  

 

Ma perché la violenza di questi fenomeni è in aumento? E nel triste gioco delle responsabilità – divisa in maniera ineguale tra natura e uomo – c’entrano anche i cambiamenti climatici? Ci aiuta a fare un po’ di ordine Antonello Pasini – ricercatore presso l’Istituto sull’inquinamento atmosferico del CNR di Roma e curatore della rubrica on-line del Sole 24Ore il Kyoto fisso  –, che del tema se n’era occupato nel libro Il pianeta che scotta per Città Nuova assieme ad Luca Fiorani.  

 

Bangkok, Genova e ora Messina. Un autunno difficile. Una concomitanza di eventi o cosa?

«Certamente può essere un caso che fenomeni di questo tipo avvengano nello stesso momento, perché si tratta di zone dal clima molto diverso. In realtà, però, ciò che preoccupa chi si occupa di questi eventi per motivi di studio è che negli ultimi decenni si riscontra un’aumentata virulenza di questi fenomeni un po’ dovunque»

 

Quali sono le cause?

«Per quanto riguarda il sud-est asiatico, siamo stati in presenza di circa tre mesi di forti piogge monsoniche, cui sono seguite tempeste tropicali e un tifone. In Italia abbiamo avuto un forte afflusso sciroccale (venti da sud-est) seguito da irruzioni di aria più fredda, che hanno portato ai fenomeni violenti cui abbiamo assistito. In tutti i casi, però, la situazione del territorio era già compromessa: Bangkok sta lentamente sprofondando e molti dei suoi canali sono stati coperti dal cemento per agevolare la viabilità, a Genova si sono incanalati e coperti fiumiciattoli e torrenti in modo troppo “angusto” per far fronte alle loro piene»

 

Alcuni esperti in questi giorni annoverano tra le cause dei cambiamenti climatici in atto. Quanto c’è di vero?

«Anche se singoli fenomeni di questo tipo si sono verificati pure in passato, oggi il cambiamento climatico tende ad aggravare questa situazione. Ad esempio, il fatto che la temperatura superficiale del Mediterraneo occidentale sia tuttora molto più alta della media climatologica del periodo ha sicuramente aumentato l’energia che i sistemi perturbati che hanno interessato Genova hanno poi “scaricato” in breve tempo sulla città, sotto forma di precipitazioni violente e venti forti. Insomma, i cambiamenti climatici appaiono una concausa di rilievo»

 

E qual è l’impatto se così fosse oltre a quello che è già sotto gli occhi di tutti?

«Abbiamo visto gli impatti su centri abitati, ma bisogna pensare che tutto il territorio viene coinvolto, con un aumento del rischio di dissesto. Ma ce ne sono altri, sui territori, gli ecosistemi e l’uomo con le sue attività. Solo per fare un esempio, non dimentichiamo che questi fenomeni non fanno bene alla produzione agricola. I nostri vecchi dicevano che l’acqua benefica è quella che cade lentamente, perché questa può essere assorbita dal terreno e dalle radici. Piogge violente di questo tipo non permettono all’acqua di essere trattenuta e formano spesso allagamenti, ovviamente deleteri per le coltivazioni».

 

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