Sonno quanto ti desidero! Chiavi per un buon riposo

Gli studi dimostrano che dormire male peggiora la nostra qualità di vita e la nostra salute. Determinati pensieri e abitudini impediscono poi conciliare il sonno. Alcuni consigli pratici per contrastare l'insonnia
sonno
Foto Pexels

Solo quando viene a mancare ci accorgiamo di quanto sia importante, quanto sia piacevole e rigenerante stare tra le braccia di Morfeo. Non so se avete mai detto: «In questo momento vorrei solo dormire!». I disturbi del sonno, le difficoltà nell’addormentarsi, l’insonnia, sono molto frequenti e possono essere circoscritti a dei periodi di vita critici, come delle fasi di cambiamento, degli eventi traumatici appena accaduti, oppure, se si protraggono possono essere associati anche ad alcuni disagi psicologici. In ogni caso che sia momentaneo o cronicizzato dormire male, fa male! Abbassa la concentrazione, la produttività, lo stato generale di benessere, rende più nervosi e meno in grado di affrontare gli stress quotidiani.

Numerosi studi hanno affermato che dormire poco e male ci rende meno efficienti e col tempo può danneggiare la salute. È stato stimato che ciascuno di noi ha un bisogno variabile di 7-9 ore di sonno (al giorno), ma non incide solo il tempo quanto anche la qualità. Mentre siamo inermi e indifesi l’organismo si ricarica, la mente si distacca dalla realtà e segue un percorso dettato da onde cerebrali che procedono secondo uno schema incontrollabile.

Attraverso l’elettroencefalogramma si è potuto studiare il mistero del cervello addormentato rilevando un’attività sorprendentemente varia e vivace, le fasi si alternano ciclicamente dalla fase non-Rem (circa l’80% del sonno), alla fase Rem. La prima, cioè la fase non-Rem si suddivide in altro quattro fasi: un primo passaggio dalla veglia al sonno che dura circa 7 minuti e può essere facilmente interrotta; la seconda fase è della durata di 10-25 minuti costituisce il 50% del sonno ed è identificata da un tracciato dell’elettroencefalogramma con segni caratteristici collegati ai processi di consolidamento della memoria e dell’apprendimento. La terza e quarta fase che precede la fase Rem è il cosiddetto sonno a onde lente che è cruciale per la riorganizzazione dei circuiti cerebrali. Quest’ultimo sonno è caratterizzato dal calo degli ormoni legati allo stress.

Diversi studi hanno osservato come anche alcuni cambiamenti ambientali e sociali hanno in qualche modo modificato le nostre abitudini del sonno riducendolo nel tempo. Per esempio, il cambiamento climatico e l’aumentare delle temperature torride portano ad addormentarsi ad un orario più tardo o anche lo stare per troppo tempo davanti a dispositivi come computer e cellulari riduce il sonno, poiché, la luce blu interferisce con la produzione di melatonina (l’ormone che ci induce il sonno).

Di seguito suggerisco qualche buona abitudine che può aiutare a chi si gira e si rigira nel letto:

  • Mantenere orari fissi di addormentamento e risveglio;
  • Spegnere i dispositivi elettronici (pc, tablet, cellulare) almeno 30 minuti prima di addormentarsi.
  • Scegliere per la stanza da letto luci calde ed evitare i led;
  • Evitare di fare esercizio fisico la sera;
  • Stare per quanto possibile esposti alla luce solare di giorno;
  • Evitare l’uso di sostanze stimolanti come il caffè 3/4 ore prima di dormire;
  • Evitare l’assunzione di alcolici la sera poiché compromettono la qualità del sonno;
  • Prima di dormire scrivere un diario in cui depositare pensieri disturbanti;
  • Se non si riesce a dormire, può essere utile alzarsi mezz’ora e fare altro per poi tornare a letto.

Se queste prevenzioni non funzionano è bene fare degli approfondimenti medici/psicologici per risolvere il problema!

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