Solo un lifting per la legge elettorale?

C’era da aspettarselo. Per aggirare la decisione della Cassazione e prevenire il pronunciamento di incostituzionalità sul Porcellum da parte della Consulta, i partiti corrono ai ripari, proponendo misure minimaliste. Solo un lifting assai poco invasivo. Intanto gruppi di "battitori liberi" animano il Parlamento
Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi

Rischio voto anticipato È come una spada di Damocle sempre immanente. Il clima ecumenico del summit di Spineto, che avrebbe dovuto favorire uno "spirito di squadra" nella eterogenea coalizione di governo, troppo presto comincia a segnare il passo. Grazie (si fa per dire) a iniziative di frange di parlamentari, autonome e non preventivamente condivise, nemmeno all’interno dei partiti di appartenenza.

Mine vaganti Un manipolo di (autorevoli) senatori Pd presenta un disegno di legge di riforma dei partiti, al cui interno, però, verrebbero introdotte anche norme che, impropriamente, penalizzano i movimenti politici. Ne abbiamo riferito in un precedente post su questo sito. Veemente, come prevedibile, la reazione di Beppe Grillo, ma dissensi si levano anche da parte di altre componenti del Pd (Renzi in testa), che avanzano distinguo e prendono le distanze.

Gli fa da pendant la presentazione di un Ddl da parte di un gruppo di parlamentari Pdl, assegnato alla commissione Giustizia del Senato (primo firmatario il senatore Guido Compagna, relatore il senatore Giacomo Caliendo), che prevederebbe l’alleggerimento delle pene collegate ai reati in materia di concorso esterno in associazione mafiosa (condanna dimezzata) e utilizzo delle intercettazioni per chi svolge attività sotterranea di supporto alla mafia (niente carcere).

Ha suscitato forti reazioni, perché sembrerebbe un vestito "cucito" addosso a Dell’Utri, Cosentino e Lombardo. È subito intervenuto il capogruppo Pdl al Senato, Renato Schifani, che ha precisato trattarsi di una iniziativa autonoma di singoli parlamentari, invitando il senatore Compagna a ritirare la proposta.

Pesa poi come un macigno l’iniziativa del Movimento 5 Stelle, con la richiesta del pronunciamento del Parlamento sulla ineleggibilità di Silvio Berlusconi. Parte da un gruppo parlamentare all’opposizione, ma mira a trovare sponde anche in alcune aree della maggioranza, provando a dividerla.

Non si è fatta attendere la reazione del Cavaliere, che ha definito «ipotesi divertenti e geniali» quelle di coloro che «vorrebbero eliminare 5 Stelle e Pdl per correre da soli».

Legge elettorale, dunque Le nubi all’orizzonte non lasciano prevedere nulla di buono. Per questo si cerca di correre ai ripari, varando una riforma entro l’estate, e comunque prima del pronunciamento della Consulta sulla incostituzionalità del Porcellum. Il premier Letta ha incontrato i capogruppo di Camera e Senato, e il ministro Quagliarello le Commissioni riunite delle due Camere per le riforme istituzionali.

Le posizioni di Pdl e Pd rimangono lontane: oscillano tra chi vorrebbe, quantomeno, una "manutenzione" della legge attuale, con l’introduzione di "clausole di salvaguardia" e quanti chiedono invece una legge diversa (si trattasse magari, soltanto, di norme transitorie anti-porcellum oppure di un ritorno al Mattarellum). 

Mercoledì 29 maggio il Parlamento sarà chiamato a votare una road map sulle riforme istituzionali. Attendiamo notizie.

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