Il sogno del Gen Verde

Cantano, suonano, ballano. Donne da paesi e culture diverse per portare nel mondo l’ideale dell’unità.

È pericoloso passare una giornata con il Gen Verde. Pericoloso perché il “mondo unito” sembra a portata di mano, si respira, è contagioso, si vede in azione tra queste 19 giovani artiste provenienti da 14 Paesi dei 5 continenti. Colpisce il rapporto tra di loro, mentre cantano, ballano, suonano, sorridono, organizzano workshop con i giovani, visitano detenuti nelle carceri, e dopo la fine dello spettacolo, smontate luci e allestimenti, caricano il camion e lo guidano fino a casa.

Nato nel 1966 a Loppiano da un’intuizione di Chiara Lubich, il Gen Verde da oltre 50 anni gira il mondo per costruire ponti tra le culture. 147 componenti tra musiciste, cantanti, tecniche, attrici e danzatrici si sono alternate in questi anni per produrre canzoni e album, per dar voce alle persone senza voce, e ai popoli chiamati a vivere la fraternità universale. Le incontro a Loppiano, vicino Firenze, dove vivono e lavorano.

Cos’è il Gen Verde?
Chrispine (Uganda) – È una famiglia. Un gruppo artistico internazionale di donne che suonano, cantano e ballano per affermare, attraverso l’arte e la musica, i valori di pace e fratellanza. Vogliamo parlare al cuore delle persone, affermare che un mondo diverso è possibile.

Sally (Irlanda) – Nel 1966, lanciando il Gen Verde e il Gen Rosso (la corrispondente band maschile), Chiara Lubich ha avuto un’intuizione profetica: portare un messaggio forte usando il linguaggio dell’arte. È ancora valido oggi offrire messaggi forti? Lo è, eccome! Si sente dire che i giovani non sono interessati alla spiritualità, ma la nostra esperienza ci dice che questo non è vero. In realtà non vogliono risposte facili, ma nel cuore rimane il desiderio di qualcosa di grande. Ci sono tante domande e pochissime risposte, soprattutto sul senso della vita. A chi ha perso la speranza, a chi sperimenta il fallimento dei rapporti e il crollo degli ideali, il Gen Verde vuole portare una goccia di speranza, un’esperienza che dica: si può fermare questa catena di difficoltà, di dolore, di non senso.

Create musica religiosa?
Alessandra (Italia) – I valori delle nostre canzoni sono legati al Vangelo, ma raccontati con un linguaggio universale. Spesso nelle tournée condividiamo laboratori ed esperienze con giovani di altre fedi o non credenti. La nostra radice è chiara, ma durante lo spettacolo i valori che ci guidano vengono fuori dall’esperienza e dallo stile che proponiamo. Solo alla fine pronunciamo esplicitamente la parola “Dio Amore”. Poi, nei laboratori successivi allo spettacolo raccontiamo le nostre storie personali, senza omettere fallimenti, difficoltà e crisi. Cerchiamo di raggiungere i giovani nelle loro speranze e nel loro buio, che viviamo pure noi. Raccontiamo di come il Vangelo ci ha cambiato la vita.

Raiveth (Panama) – Cerchiamo tematiche importanti per i giovani di oggi. Quando li incontriamo nei workshop, chiediamo: quali cose non vi lasciano dormire? Cosa vorreste sentire nelle nostre canzoni? Tanti argomenti vengono fuori così e rispondiamo con le esperienze di alcune di noi, o di persone con valori forti. Viviamo le situazioni dei giovani, cerchiamo di entrare nel loro linguaggio. La nostra proposta comprende sia canzoni laiche, sia un repertorio liturgico.

Un workshop del Gen Verde
Un workshop del Gen Verde

Siete un gruppo di belle donne. La bellezza quanto conta?
Anita (Argentina) – La domanda dei giovani è una domanda di senso, vogliono autenticità, si accorgono quando qualcosa è falso o esagerato. Guardano se viviamo quello che diciamo. Ma vivere l’autenticità fa venire fuori il bello di ognuna, lo potenzia.

Adriana (Messico) – Spesso la figura della donna nel mondo dello spettacolo viene sfruttata. Noi invece cerchiamo di affermare un ruolo diverso della donna nella società, un amore vero, non inquinato da secondi fini. Questo richiede onestà. Il fatto che guidiamo il camion, montiamo le luci, cantiamo, ci trucchiamo, ci vestiamo bene ma con decenza, significa che io non sono un oggetto tuo, io sono un canale per cui passa quello per cui do la vita. Siamo un gruppo di donne che offrono questa testimonianza: essere belle non per essere usate, ma perché il messaggio è così grande che, se non è messo in un contenitore bello, magari non arriva.

Litigate qualche volta?
Adriana (Messico) – Come in una famiglia naturale litighiamo, perché abbiamo culture e personalità molto diverse. Il segreto è parlarsi, chiarirsi, ricominciare, avere l’onestà e il coraggio di chiedersi scusa. Naturalmente una volta ci riesci, un’altra esplodi. Ma finché non mi sono chiarita e rappacificata non riesco a cantare. Come faccio a dire in una canzone che “ho fatto mio il tuo dolore e trovato una terra comune”, se prima ho litigato? D’altra parte abbiamo fatto una scelta, siamo consacrate, ed è lì che abbiamo la possibilità di essere coerenti con questa promessa.

Marita (Argentina) – Essere consacrate è una chiamata a dare me stessa e le mie energie per un progetto grande, che coinvolge la società, che vuole inondare di luce chi mi trovo di fronte. Vorrei spendere la mia vita per ridonare alle persone la gioia, la speranza.

Gen Verde - Girl on a mission
Gen Verde – Girl on a mission

Ultimamente siete state in un carcere (maschile e femminile)…
Colomba (Corea) – All’inizio è stata dura, erano distratti, parlavano tra loro, non ci guardavano negli occhi. Poi abbiamo cominciato a cantare e suonare. Io ho raccontato l’esperienza della mia famiglia travolta dai debiti: interrotti gli studi, ho cominciato a bere per non pensare, finché un giorno… Alla fine di questo incontro non volava una mosca. Erano tutti attentissimi e ci guardavano negli occhi, si sono avvicinati per ringraziare, perché anche loro avevano storie simili che portavano sulle spalle. Qualcuno ha pianto, qualcuna aveva la gioia negli occhi. Il mio dolore vissuto può essere un dono, può dare ad altri speranza e la forza per ricominciare.

Cosa sognate per il futuro del Gen Verde?
Nancy (USA) – Mi piacerebbe raggiungere altre culture in Africa e Medio Oriente. C’è così tanto bisogno nel mondo. Ora stiamo partendo per un tour negli Usa, dove ci sono tante divisioni. Noi vorremmo mostrare che l’unità nella diversità è possibile. Tanta gente si è arresa, non crede più che sia possibile, invece noi vogliamo portare una speranza nel mondo. E per chi vuole darci una mano, basta cercare i contatti sul nostro sito www.genverde.it.

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