Sognando luglio
Al tramonto la quiete viene interrotta dal rombo di piccoli trattori. Scendono in pista con un quasi perfetto sincronismo appena gli ultimi bagnanti lasciano ombrello e sdraio sull’incantevole e curata lunga spiaggia di Serapo, una delle attrazioni naturali di Gaeta. Il marchingegno posto dietro il trattorino pulisce la sabbia e spiana la spiaggia come un biliardo, mentre da un buon numero degli stabilimenti balneari posti uno accanto all’altro avanzano verso la battigia gli addetti alla manutenzione, corredati da strumenti quasi minacciosi, come razzi pronti per essere lanciati.
In realtà l’operazione è quanto mai pacifica. Con grossi cavatappi privi di braccia, praticano dei profondi buchi nella sabbia dentro cui vengono poi calati i presunti razzi, che altro non sono che la base sicura per gli ombrelloni. Se ne posizionano ulteriori fila, perfettamente allineate dopo aver tirato una corda da un angolo all’altro dello spazio dello stabilimento per una disposizione ordinata e armonica.
La cura posta nello svolgimento del lavoro e la solidità dei portaombrelloni fanno pensare a tutta prima ad un sistema di difesa (per quanto artigianale) nei confronti di un annunciato, imminente tsunami. Per la verità si tratta – o, meglio, si spera – sempre di un’onda di piena, ma quella attesa dei vacanzieri, visto che sinora la ciurma dei bagnanti non si è vista, non si è vista, non si è vista. Lo ripetono, come un mantra, gli insoddisfatti titolari degli stabilimenti. Lo confermano le valutazioni più disinteressate dei bagnini, sempre vigili verso chi è in acqua, ma pure accorti sulle presenze sotto il sole: «Abbiamo visto anche nella seconda metà di giugno molta meno gente dello scorso anno. La crisi è davvero forte e costatiamo gli effetti della recessione».
Per scrollarsi di dosso l’impotenza, si predispongono perciò nuove file di ombrelloni, provando a sognare un luglio con un bel po’ di gente, un po’ di soldi e un po’ di ferie stanziali, senza quegli arrivi e partenze in giornata che non producono nulla di buono. Un tempo arrivavano qua scandinavi, inglesi, olandesi, tedeschi a saziare gli occhi e lo spirito della bellezza del creato.
Purtroppo politiche turistiche locali e nazionali non sono state poste in essere per valorizzare anche questa parte del Bel Paese. Così i gaetani sono costretti a sperare, anche per quest’anno, nell’arrivo di napoletani, casertani e province limitrofe. Sabato 29 giugno doveva fungere da prova generale, ma un cielo a tratti nuvoloso e un abbassamento della temperatura hanno frenato l’auspicata, prima invasione. Senza bisogno di recarsi dalla Sibilla cumana, per i gaetani il preavviso per l’intera estate è stato sin troppo eloquente. Ma che altro fare se non sperare in luglio?