Slot Mob risponde a Renzi. Cosa serve davvero sull’azzardo
L’annuncio del premier Renzi di voler togliere le slot machine da bar e tabaccherie ha generato effetti prevedibili secondo le leggi della comunicazione. Come per riflesso condizionato, le associazioni anti-azzardo in effetti applaudono anche se, alcune, dicono di attendere i fatti.
Per tutti coloro, e sono la stragrande maggioranza, che non possono entrare nei dettagli della questione, il problema sarebbe stato risolto. Ci ha pensato Renzi. Come se le parole, che durano un giorno sulla stampa e qualche minuto sul web, avessero il potere di modificare magicamente la realtà. Come riporta l’Ansa, secondo l’agenzia specializzata Agimeg una mossa del genere comporterebbe una mancata entrata nelle casse dello Stato di 2 miliardi e mezzo di euro. Difficile da immaginare una scelta così radicale se si considera l’insistenza del sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta nel ripetere la necessità di tenere assieme, in questo campo, l’interesse della salute pubblica con quello dell’erario (fisco) e dei privati che investono nel settore. E poi perché prendersela con le slot e non con i “gratta e vinci”, ad esempio, che attirano come il miele una schiera indescrivibile di clienti alla ricerca, in tanta incertezza, di un “reddito da ultima istanza”?
Per questi motivi, con un comunicato rilasciato all’indomani delle anticipazioni dell’intervista al premier da parte di Vita non profit, il movimento per la democrazia economica Slot Mob ha affermato che «ogni miglioramento in senso democratico della nostra convivenza può arrivare non come concessione dall’alto, ma grazie all’impegno di migliaia di cittadini che hanno mostrato l’esistenza di un legame sociale che resiste al potere del denaro, come dimostrano tanti baristi che non attendono una legge per impedire all’azzardo di colonizzare la loro attività lavorativa».
Secondo Slot Mob, «la questione dell’esplosione dell’offerta di azzardo in Italia non riguarda tuttavia solo le slot ma un sistema complesso che lo Stato ha affidato a società commerciali che ne traggono profitto. Il timore, quando si sentono annunci del genere, è che per non danneggiare gli utili delle concessionarie si riducano ad esempio le AWP negli esercizi commerciali ma si moltiplichino le VLT nelle "sale da gioco", ben più pericolose, o si liberalizzi sempre di più il gioco on-line che sta registrando una crescita esponenziale».
Andando al nocciolo del problema, Slot Mob ricorda di aver invitato a scrivere al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, «per rimettere in discussione secondo la Costituzione la gestione dell’offerta di azzardo in Italia che va tolta alle società che ne fanno profitto». Come nel caso della pubblicità dell’azzardo, non si tratta di introdurre limitazioni parziali ma di decretare il divieto assoluto. Con un esplicito riferimento alla costruzione del bene comune, il movimento Slot Mob chiede «perciò che le dichiarazioni di Renzi siano l’espressione di un percorso condiviso di progressiva liberazione dall’invadenza dell’industria dell’azzardo nel nostro Paese.