Slot Mob non dorme. Ischia ad esempio
E siamo a 16. Eh già, ad Ischia c'è stato il sedicesimo Slotmob, al piazzale davanti il Castello Aragonese. Domenica 22 dicembre è stata l'occasione per premiare un altro bar che ha detto NO alle slot: lo storico Bar Cocò del borgo antico di Ischia Ponte. Centinaia le persone coinvolte per l'evento che nelle tre ore e mezza della festa hanno potuto approfondire il tema legato alla dipendenza da gioco, al vuoto normativo e alle negligenze attuali del Parlamento, ai problemi e alle possibili soluzioni per aiutare chi “dipende” da questa malattia. Sono state raccolte 271 firme di adesione al manifesto dei sindaci contro la diffusione indiscriminata delle slot machine Anche il vescovo della diocesi di Ischia,mons. Pietro Lagnese è stato uno dei primi firmatari della giornata.
Una mattinata vissuta fra la gioia e la spensieratezza, complici anche il clima natalizio e il tiepido sole invernale. Molte le famiglie giunte da varie parti dell'isola. I bambini hanno potuto divertirsi con l'animazione dall'associazione Abracadabra e la presenza di qualche personaggio dei cartoni in costume. Uno dei momenti più emozionanti è stato l'arrivo di una cinquantina di ciclisti di un'associazione locale che hanno fatto la foto con la locandina e firmato l'adesione al manifesto del movimento Noslot. Hanno partecipato all'evento il presidente del consiglio comunale di Ischia Gianluca Trani, alcune testate giornalistiche locali, l'associazione Legambiente, alcuni membri del partito rifondazione comunista, l'associazione giochi di natale, i rappresentanti d'istituto del liceo accompagnati da alcuni compagni di scuola e varie componenti del forum delle associazioni di Ischia e Procida che è stato ufficialmente il promotore dell'iniziativa. Sono stati letteralmente presi d'assalto le scacchiere, il bigliardino, cioè i giochi alternativi che hanno incuriosito giovani, meno giovani ma anche molti turisti che passeggiavano lungo il pontile in riva al mare. «E’ meglio avere un tavolo per giocare a carte, scopa o a tressette – ci racconta Agostino, gestore del bar– perché ci sono i clienti che discutono, dialogano, scherzano si divertono insieme, c’è calore e cordialità. Il rapporto fra una macchina, una slot e il singolo giocatore è freddo, cupo, e fa perdere soldi rovinando lui stesso e la propria famiglia».
Nota redazione Città Nuova Web: mentre pubblichiamo la cronaca della diffusione spontanea di questi'eventi di società civile e responsabile, registriamo la denuncia di Legautonomie e Scuola delle buone pratiche che esprimono solidatietà ai gestori del bar di Bruzzano, periferia nord di Milano, oggetto di due bombe carta che sembrano legate alla decisione dei gestori di non avere slot machine nel loro locale. (c.c.).