Slot Mob, la piazza, la comunità e lo spazio del “noi”

Proliferano gli Slot Mob in Calabria. Dopo Cosenza, anche la vicina comunità di Castrolibero aderisce a questa iniziativa nazionale, con la sessantesima mobilitazione popolare
castrolibero

Fare comunità come antidoto alla comunità del rancore. Fare comunità per ricomporre le linee di frattura tra cittadini e istituzioni. Fare comunità per produrre soglie di dialogo alimentate dalle diverse energie sociali in campo. È con questo spirito che il comitato organizzativo dello Slot Mob nel cosentino, dopo poco più di un mese dalla bella esperienza di Cosenza, ha promosso un nuovo Slot Mob, il numero 60 in Italia, nella vicina comunità di Castrolibero.

Forse non è un caso che il nome del bar, teatro di questo evento contro il gioco d’azzardo, sia Agorà (in greco antico ἀγορά, da ἀγείρω = raccogliere, radunare) e ci riconduca all’antica Grecia, a quello spazio sociale e comunitario in cui l’esperienza della sfera pubblica ha preso forma per la prima volta nella storia umana.

A gestire il bar sono due giovani donne che hanno deciso di non installare le slot machine per scelta etica, per contrastare le nuove povertà sociali, economiche e strutturali prodotte dal gioco d’azzardo.

Gli aperitivi “Slot Mob” donano refrigerio alle tante persone presenti in questa calda giornata di giugno.  Alcuni giocano al biliardino, altri preferiscono gli scacchi, i giochi buoni la fanno da padrone.

Come quello di Cosenza, anche questo Slot Mob apre la riflessione sul tema degli spazi sociali, con la proiezione della presentazione dal titolo: Il gioco d’azzardo e nuovi scenari di socialità: il caso dello Slot Mob realizzato dal comitato promotore dell’evento.

Presentazione che da settembre arriverà anche nelle scuole della città, con l’obiettivo di produrre massa critica a partire dalle nuove generazioni. Educare infatti i giovani a gestire i propri comportamenti in rapporto ad un tema così delicato è priorità assoluta, alla luce soprattutto dei raccapriccianti dati diffusi lo scorso aprile dall'Osservatorio Nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza.

Così come le tante altre esperienze proliferate a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale, anche lo Slot Mob di Castrolibero, va oltre il tema del gioco d’azzardo e produce altro.

L’evento è, infatti, l’occasione per mettere in luce una diversa definizione dell’identità umana ritrovata nella rivalutazione dell’agire, ponendo l’accento sulla praxis, ovvero sulla centralità dell’azione nella condizione umana. È l’occasione per promuovere nuovi modelli di vita, nuovi legami sociali fondati su reciprocità, solidarietà e fiducia, per gettare luce sulle potenzialità degli spazi urbani intesi come luoghi di pratiche sociali e di mobilitazione per il bene comune.

ACLI, Associazione onlus Teresa Bruni, Azione Cattolica, Bottega degli Hobbies, Cittadinanzattiva, Csi Cosenza, Dignità del Lavoro, Eccedenze Creative, Fidapa Cosenza, Forum delle Associazioni Familiari, Gruppo Scout Castrolibero 1, Libera, Movimento dei Focolari, Otra Vez Equo Solidale, Rotary Club Cosenza Nord, Sentiero Nonviolento, Stella Cometa onlus: il numero delle associazioni che hanno aderito all’evento è in continua crescita e ognuno è portatore di un’istanza diversa.

Riuscendo a fare rete, tali associazioni diventano forza sociale mettendo in discussione alcune dinamiche di emarginazione, imparando a cogliere nel comune, gli uni negli altri, analogie e ricorsività.

Grazie allo Slot Mob un nuovo fronte d’attivazione della sfera pubblica sta dunque proliferando su tutto il territorio cosentino, allargandosi anche all’intera regione. Tale fronte di attivazione sociale diffonde il tema del “noi”, contrastando quell’immagine distorta di spazio urbano dove troppo spesso manca un reale riconoscimento dei diritti di cittadinanza, dove l’atomizzazione e l’emarginazione hanno prodotto e continuano a produrre evidenti effetti di disgregazione sociale.

È la creazione di una comunità nuova fatta di particelle sociali che danno forma a spazi sociali diversi allo scopo di rappresentare il bene comune e di portare a compimento le diverse modalità di esistenza.

Ed è in questi gruppi che sta forse la forza della comunità che viene, il “non ancora” dal quale ricavare la speranza di un futuro diverso verso una socialità nuova… verso una Città Nuova.

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