Slot Mob fa tappa a Bari
In Italia manca una regolamentazione del gioco d’azzardo e del gioco online. Mentre a livello europeo la legislazione è chiara e definita, l’Italia stenta a recepire le direttive e con la liberalizzazione ha aumentato l’investimento in questo settore. Lo Stato italiano si limita a riportare l’attenzione alla responsabilità del consumatore, senza considerare che i giocatori sono psicologicamente coinvolti e non sono in grado di autogestirsi responsabilmente. È necessario regolamentare le concessioni per le aperture e gli orari di accesso alle sale. Un sistema valido e già esistente consisterebbe nella registrazione degli utenti tramite codice fiscale, per monitorare l’identità dei fruitori e la frequenza di accesso al gioco.
«La Puglia ha ottenuto l’approvazione di una legge regionale contro il gioco d’azzardo il 5 dicembre 2013, sostenuta da una linea culturale che ha visto l’approvazione all’unanimità con l’appoggio importante della Chiesa nella persona del vescovo monsignor Francesco Cacucci – racconta Simeone, anche consulente della Consulta nazionale antiusura –. Tuttavia, mentre i negozi chiudono uno dopo l’altro, le sale gioco aumentano».
Lo Slot Mob di Bari, iniziato davanti al Palazzo Ateneo della città e conclusosi convivialmente nel Book bar di via Principe Amedeo dopo una manifestazione per le vie della città, ha voluto attirare ancora di più l’attenzione della società e delle istituzioni, in quanto – specialmente queste ultime – sono quasi del tutto assenti nel dialogo istituzionale. Alla manifestazione barese ha partecipato, oltre al Comitato promotore “Insieme contro l’azzardo”, anche il preside Giuseppe Capozza dell’Istituto Marconi – San Cataldo, che insieme alle scuole Carlo Levi e I.I.S.S. Vivante-Pitagora di Bari ha realizzato un progetto con i fondi regionali per la sensibilizzazione dei ragazzi sulle conseguenze del gioco d’azzardo.
In tre diversi quartieri di Bari, con questo progetto, sono state raccolte 1.500 firme per chiedere al Comune di non rilasciare l’autorizzazione dell’apertura di una sala giochi nel quartiere dove sorge la scuola, che in seguito è stata aperta con la scusante di inserirvi solo macchine per il poker texano (gioco sportivo e non d’azzardo), che in realtà qualche settimana dopo è diventato anch’esso d’azzardo. Presenti allo Slot Mob anche alcuni rappresentanti dell’associazione Igino Giordani di Bari, altri componenti del SerT (Servizi per le Tossicodipendenze) di Bari, il regista Fabio Leli e Carmen Cafarella, che stanno curando la produzione di un documentario a Bari sulle iniziative di Slot Mob. A metà febbraio a Bari è previsto, inoltre, un convegno sul gioco d’azzardo.
La fondazione antiusura di Bari oggi sta curando circa una trentina di casi di persone vittime del gioco d’azzardo. In Italia ci sono ad oggi 28 fondazioni per il contrasto all’usura e al gioco d’azzardo con 400 centri d’ascolto, secondo i quali è possibile sapere che dal ’99 su 10 casi di usura 4,6 hanno come matrice il gioco d’azzardo.