Siracusa Summer 2014 Si parte!
Tiche e Akradina. Due quartieri di una grande periferia urbana. Quartieri dormitorio, come ne sono sorti in tante altre città italiane, soprattutto del Meridione. Siracusa non fa eccezione. La città di Archimede ha costruito, nel corso degli anni, i suoi quartieri di periferia.
Sono belli, l’architettura urbana non ha generato mostri come in altre città: qui tutto è armonioso, o almeno dignitoso. La grande scuola “Nino Martoglio” che sorge al centro del quartiere, proprio di fronte agli edifici di edilizia economica e popolare, è un ambiente caldo ed accogliente. Proprio come la sua preside, Giusy Aprile. Giovane, conosce il territorio e la sua gente. I suoi bisogni. «Quando sono arrivata in questa scuola – racconta –, qualcuno mi ha insegnato a guardare la città, partendo dalla strada. La strada è un punto privilegiato di osservazione: alzi lo sguardo e puoi indovinare cosa c’è dietro ogni finestra, puoi ascoltare i suoni e comprendere la vita. Sulla strada puoi incontrare chi vive ai margini della società: è un “non luogo” attraversato da tanti pezzi di vita. E questo quartiere ne esprime tanti».
Giusy Aprile ama la sua gente. Per questo, qualche mese fa, quando nella scuola ha incontrato un gruppo di “Giovani per un mondo unito” li ha ascoltati con interesse. Le loro parole erano semplici, fluide. Lanciavano una proposta apparentemente semplice, ma vera. Proponevano che la scuola, nel periodo estivo, potesse trasformarsi: non solo luogo di cultura e di formazione, ma anche luogo di un’esperienza innovativa, un laboratorio di vita, un contenitore di mille esperienze diverse. E di una su tutte: la fraternità.
Oggi quel progetto sta per prendere il via. Si chiama “Siracusa Summer 2014”. Ed ha un sottotitolo accattivante: “Da qui riparte la fraternità”. Questi giovani ci credono e, su questo obiettivo, sono pronti a scommettere. Non sono soli: il progetto ha gambe per camminare. A Siracusa ha trovato un terreno fertile: una scuola che ha accolto ed ha capito, gli uffici del comune che hanno collaborato, la Caritas ed alcune realtà associative cittadine che hanno affiancato. Insieme ai Giovani per un mondo unito (espressione giovanile del Movimento dei Focolari) ci sono l’Ufficio del Difensore dei Diritti dei Bambini del Comune di Siracusa, l’Ufficio di Pastorale giovanile dell’Arcidiocesi di Siracusa, l’Osservatorio Povertà e Risorse della Caritas di Siracusa, l’Associazione Azione per Famiglie Nuove – Sicilia, la Cooperativa “L’Arcolaio”, l’Assessorato alle Politiche Scolastiche ed Universitarie del Comune di Siracusa e l’Assessorato Politiche Sociali e della Famiglia.
Il Campus” si svolgerà dal 26 luglio al 9 agosto: 120 giovani, provenienti da varie regioni e città italiane (Campania, Toscana, Veneto, Calabria, Lazio ed altre) animeranno le attività e i laboratori per i ragazzi ed i bambini del quartiere. Gli animatori si alterneranno, durante le due settimane, così come i bambini del quartiere per dare a più ragazzi possibile la possibilità di partecipare. La scuola riapre, dunque, a partire da sabato, e si trasformerà in una grande scuola di vita per bambini dai 6 ai 13 anni. Sono previste attività laboratoriali e d’animazione – spiegano gli organizzatori – ci saranno sport e tornei, momenti dedicati all’ecologia e al riciclo, giornalismo, danza, musica, pittura, tinteggiatura locali… Nel pomeriggio degli stessi giorni (ed anche nelle giornate di sabato e domenica) le attività e i momenti di formazione si apriranno a tutti i giovani e alla città di Siracusa. I ragazzi si recheranno nella comunità di prima accoglienza di Priolo (per immigrati) e presso alcune famiglie di Augusta “tutori” dei minori stessi. La giornata del 29 luglio sarà dedicata alla festa per la fine del Ramadan. La sera di venerdì 1 agosto e di venerdì 8 agosto, si svolgeranno, nella sala teatro della scuola, due momenti di festa aperti al quartiere, durante i quali i ragazzi del Campus presenteranno alle proprie famiglie e alla città uno spettacolo finale e i risultati delle attività di sette giorni.
Per i momenti pubblici sono stati scelti due temi: “l’accoglienza e l’immigrazione” e “le periferie d’Italia: confronto tra le diverse periferie delle proprie città”. Perché questa città e questi due quartieri sono un simbolo di tante altre “periferie” che si allargano a macchia d’olio.
«Per questo progetto – spiega Valeria Lo Bello – avevamo dapprima pensato a Lampedusa. Poi abbiamo compreso che la nostra presenza nell’isola avrebbe accresciuto i problemi logistici di accoglienza. Quindi abbiamo guardato a Siracusa. E qui il progetto coinvolge tanti, che lavoreranno insieme a noi!». «Saremo qui per questi bambini – aggiunge Giovanni Calabrò –, i laboratori vedranno al centro proprio loro. E alla fine delle due settimane, ci sarà uno spettacolo che potremo donare alla città». «Saremo qui da tutta Italia – aggiunge Valeria –, proviamo a spenderci per la nostra terra. Per le periferie esistenziali di cui parla papa Francesco». «I giovani spesso sono “periferici dentro” – spiega la preside Giusy Aprile –, hanno dentro mille potenzialità che non sanno esprimere». E aggiunge: «Quando abbiamo proposto questo progetto nel consiglio d’istituto, c’è stato subito un grande consenso, quasi un’ovazione. Tante domande certo, ma soprattutto la consapevolezza che poteva essere un dono per i nostri ragazzi».
Accanto a lei c’è la giovane assessore Valeria Troìa, insediata solo da poche settimane, e poi il presidente del consiglio d’istituto, Pasqualino Cappuccio. «È uno dei progetti più interessanti che ho trovato – spiega –, permette di raggiungere e di intersecare la complessità di questa città». Franco Sciuto, dell’Ufficio Difensore dei Diritti dei Bambini del comune di Siracusa, aggiunge: «I bambini passeranno l’estate in modo diverso: e si potrà contrapporre alla disgregazione sociale dei progetti di inclusione che lasceranno certamente il segno».
Il Campus non si ferma a Siracusa. Chi partecipa ritorna nella propria città e lì cercherà altre “periferie”. E dai giovani la proposta passerà anche alle altre generazioni. A conclusione, sarà stilato un “report” che sarà presentato a Loppiano, durante la tre giorni nazionale “Loppiano Lab”. Lì il loro lavoro e i frutti che avrà prodotto saranno presentati ai sindaci della rete delle “Città per la Fraternità” e al sindaco di Siracusa. L’esperienza diventa “laboratorio sperimentale”: perché un nuovo modello di città non nasce dalle parole, ma da un’esperienza di vita che diventa proposta. Sociale e politica. E il mondo degli adulti dovrà ascoltarli.