Siracusa riparte da periferie e migranti
Egle è stata campionessa regionale di nuoto. Ha appena concluso legge e da qualche settimana frequenta lo studio di un penalista. Il suo Ciao ha l’innegabile timbro della provincia catanese. Marco invece studia ingegneria e da Milano con altri tre amici ha scelto di trascorrere,come Egle, le sue vacanze a Siracusa. Solo che al mare, alle spiagge e alla movida di Ortigia hanno preferito Acradina, uno dei quartieri periferici della città di Archimede, ferito da una criminalità strisciante che ha spesso arruolato i piccoli tra le sue fila, mentre la povertà continua ad allargare il divario con la gente bene e li marchia con separazioni, detenzione in carcere di un parente, abbandono. Il campus estivo dei giovani dei focolari Da qui riparte la fraternità per due settimane farà base all’istituto comprensivo Nino Martoglio un presidio di legalità sul territorio e un luogo di costanti sperimentazione che non ha esitato ad aprire le sue porte a questo progetto. Tanti i laboratori su ambiente, giornalismo, teatro e lettura creativa che assieme ai bambini coinvolgeranno i genitori e alcuni minori non accompagnati giunti sulle coste siciliane dopo viaggi avventurosi. Jacob (nome inventato) è uno di loro. E’ cristiano copto. E’ partito dall’Egitto e dopo otto giorni in mare, quasi senza cibo e acqua è arrivato sulle coste italiane. In un anno ha imparato l’italiano e superato l’esame di terza media in pochi mesi e non vede l’ora di cominciare un corso professionale per trovare un lavoro. Vive a sud del Cairo e il papa per i disordini costanti non riesce spesso a raggiungere la scuola dove lavora come operatore e quindi stipendio quasi inesistente. Lui è partito per offrire una possibilità alla sua famiglia e ha ancora un conto aperto con gli scafisti poiché non ha saldato l’intera traversata. La nostalgia della sua terra e della sua famiglia è stampata nei suoi occhi: mentre ti parla sono trasferiti in quella casa, tra la sua gente e le lacrime sono trattenute con fierezza.
Il campus comincia da queste storie e dagli incontri tra le tante Italie e i tanti mondi che questi giovani portano con sé: cadono o si incrinano gli schemi sulle periferie e i timori di affrontare le povertà; si rimettono in discussione slogan politici che poco hanno dell’accoglienza e dell’incontro; le categorie acquisite più per facebook o per tv che per esperienza si aprono al dubbio. Ieri un tour nella parte greca di Siracusa e una tappa alle catacombe di san Giovanni ha ricordato le radici della storia e della civiltà europea: conoscenza e fede. Due prospettive di vita e di lettura del mondo che non si sono sottratte alla sfida del dialogo e hanno saputo costruire modelli politici, arte, diritto, tecnica. Si riparte da questa città per ripensare anche nuovi modelli di convivenza, nuove categorie per leggere questa storia che passa ancora una volta dal Mediterraneo. Un dettaglio sulle vacanze alternative di questi giovani: stanno pagando loro la quota di vitto, alloggio e di spese varie senza aspettarsi sponsor. La gratuità è uno dei bagagli di questo viaggio.