Sinodo: i giovani protagonisti
Il concetto è ormai chiaro. Ascoltare prima di parlare. Una metodologia sinodale, una chiesa che sa stare sulla strada, in uscita, per camminare insieme, come a Emmaus, in compagnia di Gesù. Il papa lo ha ribadito più volte e in diversi contesti. Anche recentemente in Cile, incontrando i giovani al Santuario nazionale di Maipú ha ricordato che in marzo ci sarà un – «incontro in cui voi [giovani] sarete protagonisti: giovani di tutto il mondo, giovani cattolici e giovani non cattolici; giovani cristiani e di altre religioni; e giovani che non sanno se credono o non credono: tutti. Per ascoltarli, per ascoltarci, direttamente, perché è importante che voi parliate, che non vi lasciate mettere a tacere». La convocazione di una riunione pre-sinodale è prevista dal 19 al 24 marzo a cui parteciperanno 300 giovani in rappresentanza delle conferenze episcopali nazionali, associazioni, movimenti, scuole e università cattoliche, ma anche rappresentanti della cultura, del teatro, della musica e dell’università, dell’impegno sociale e del volontariato, della formazione politica, del mondo militare e dello sport. Oltre a educatori, sacerdoti, operatori pastorali ci saranno ancora, giovani appartenenti alle altre confessioni cristiane e alle altre religioni, e anche ragazzi che hanno vissuto o vivono situazioni particolari, come il carcere, la tratta di persone, la tossicodipendenza e giovani diversamente abili. E vi saranno anche giovani non credenti o appartenenti ad associazioni giovanili non confessionali.
Una rappresentanza a vasto raggio che non sarà chiusa in se stessa ma sulle strade del mondo attraverso i social. «In tal modo, – ha spiegato in conferenza stampa il card. Lorenzo Baldisseri, Segretario generale della Segreteria del sinodo dei vescovi – i giovani di ogni parte della terra potranno non solo seguire a distanza i lavori in tempo reale, ma interagire con i loro coetanei presenti a Roma e inviare i loro contributi, che confluiranno nella sintesi finale. Insomma, anche attraverso le nuove tecnologie della comunicazione, la riunione pre-sinodale vuole ampliare il più possibile la “platea” dei giovani coinvolti, perché nessuno debba sentirsi escluso». Filippo Passantino fa parte di un gruppo di giovani che sta sviluppando il processo di consultazione attraverso i social network. «Sotto la voce Synod2018 – spiega in conferenza stampa – è nata una pagina Facebook, un account Twitter e uno Instagram. Sono tutti canali multilingue. Con i nostri consigli e le nostre intuizioni abbiamo offerto uno sguardo giovane per parlare ad altri giovani. L’obiettivo della presenza in rete è quello di creare un’interazione con i nostri coetanei di tutto il mondo e agevolare la loro partecipazione». Ci sarà anche l’hashtag #Synod2018 che raggrupperà i tanti messaggi provenienti da tutto il mondo. E, ultima proposta, creare anche un altro canale di comunicazione, quello di WhatsApp.
L’obiettivo della riunione pre-sinodale è anche metodologico per la necessità di fornire un metodo di lavoro, non elaborato teoricamente, ma esperienziale affinché tutte le dinamiche di partecipazione, di confronto, siano fondate sull’incontro fra culture, condizioni di vita, fedi e discipline. Un modello, poi, riproponibile nelle diverse realtà locali.
Emergono già i punti chiave che iniziano a venir fuori dai questionari compilati online e in tutto il mondo. La ricerca della felicità, di un orizzonte di senso che riempia la vita dove la famiglia e il senso di appartenere ad una comunità sono ancora preminenti. E poi tutti i punti cardini: lo studio, la realizzazione professionale che, spesso, costringe ad emigrare pur di ottenere un riconoscimento alle proprie qualità, il vasto tema delle affettività, dei legami sentimentali. Sono solo spunti che comunicano ad emergere, di cui non c’è una sintesi, ma saranno temi oggetto di dibattito nel pre-sinodo.
Il documento elaborato e condiviso che ne scaturirà insieme agli altri contributi pervenuti «avrà il suo peso» – ha assicurato Baldisseri – e sarà «una delle quattro fonti che noi consideriamo per la redazione dell’Instrumentum Laboris, in cui confluiranno inoltre le risposte al Questionario sul documento preparatorio inviate dalle Conferenze episcopali di tutto il mondo e dagli altri enti aventi diritto; gli Atti del Simposio internazionale di settembre; il sito e il questionario sui social network a disposizione dei giovani di tutti i Continenti».
Un appuntamento importante, dunque, che nasce anche dalla volontà di una maggiore partecipazione e coinvolgimento dei giovani. È un esperimento di cui non se ne conosce l’esito, ma è una gustosa novità di una Chiesa orientata sempre più ad avviare processi piuttosto che ad occupare spazi.
Gli uditori stessi del prossimo Sinodo dei vescovi ad ottobre saranno quasi tutti giovani.