Sinfonia Italia! Turchia ko 3-0 all’esordio
L’11 giugno del 2021 verrà ricordato dagli amanti del calcio italiano come una serata perfetta. Roma ha accolto l’Europeo e la Nazionale nel migliore dei modi: meteo splendido, uno Stadio Olimpico tirato a lucido per l’occasione, una sobria cerimonia d’apertura impreziosita da fuochi pirotecnici e, soprattutto, l’esibizione mozzafiato di Andrea Bocelli. Il tenore ha cantato il Nessun dorma della Turandot, infiammando il cuore dei 16 mila presenti sulle tribune e delle decine di milioni di spettatori incollati alla tv: «Un augurio per il mondo», ha avuto modo di ribadire il cantante prima dell’esibizione.
Lo spazio, poi, va al calcio giocato: i protocolli Uefa avevano stabilito la possibilità di riempire l’Olimpico per il 25% della sua capienza. L’urlo di quasi 80 mila persone sarebbe stato ovviamente diverso: dopo un anno e mezzo di echi e stadi vuoti, però, la possibilità di sentire l’ovazione di 16 mila tifosi (3000 i turchi presenti) all’ingresso delle formazioni in campo è stato emozionante. Una sensazione che, forse, ha contribuito a imbrigliare gli azzurri nel corso di un primo tempo in cui non sono riusciti a trovare l’imbucata vincente. La Turchia, allenata da una vecchia volpe come Senol Gunes, si è schierata con un 4-1-4-1 molto coperto, con l’unica intenzione di inaridire le linee di passaggio per bloccare alla nascita il ricco palleggio azzurro.
L’operazione è riuscita bene per i primi 45’, dove il 4-3-3 dei ragazzi di Roberto Mancini hanno superato poche volte la Linea Maginot eretta dagli avversari. Jorginho, classica fonte di gioco, è stato pressato a dovere: l’Italia allora ha provato soluzioni alternative, con l’esterno alto Berardi a posizionarsi più al centro per assistere Immobile e Insigne. L’uno-due tra Berardi e Insigne mette il numero 10 napoletano in condizione di tirare da una zolla ideale: conclusione sbilenca. Quando i match sono così bloccati, poi, tutto fa brodo: anche i calci da fermo vanno sfruttati. È così che l’occasione migliore della prima frazione capita sulla testa di capitan Chiellini: angolo di Insigne, zuccata prepotente dello juventino con Cakir chiamato a togliere la sfera da sotto la traversa. Ultimo brivido al 44’: Spinazzola, vero e proprio motorino a sinistra, salta secco Karaman e mette in mezzo una palla invitante, palesemente deviata da Celik con la mano larga. Il rigore sembra netto: arbitro e Var sorvolano tra la sorpresa generale.
La musica cambia però nella ripresa, dove i valori dei padroni di casa emergono con prepotenza. I tifosi azzurri corrono un brivido al 50’, quando il neo-entrato Under si invola in contropiede: Spinazzola è bravo a contrastarlo e la sua conclusione viene bloccata da Donnarumma. Due minuti dopo arriva la svolta: suggerimento di Locatelli per Barella, imbeccata su Berardi che entra in area da destra, fa una finta e si prende il fondo: il suo cross sarebbe destinato a Immobile, ma Demiral devia goffamente nella sua porta. È il sospirato 1-0 che fa saltare il tappo alla partita. Da quel momento è un monologo a tinte azzurre, con le occasioni che giungono copiose. Spinazzola ha la possibilità di raddoppiare subito, ma spara su Cakir: quindi è Locatelli a impegnare Cakir con un rasoterra.
Il 2-0 giunge al minuto 65. Berardi da destra dipinge un assist al bacio per l’accorrente Spinazzola che di destro chiama Cakir alla parata: sulla ribattuta arriva come un falco Ciro Immobile che da pochi metri non fallisce l’appuntamento col raddoppio. La festa si completa al 78’. Rinvio sciagurato del portiere turco, con Berardi che intercetta e fa ripartire la staffetta 4×400 italiana: Barella innesca Immobile che apre per Insigne, splendido nel trafiggere l’estremo difensore avversario con un bel tiro a giro. È la rete del definitivo e meritato trionfo, suggellata dal gran recupero di Chiellini sull’unica occasione concessa a Burak Yilmaz. L’Italia c’è, col nono successo consecutivo senza subire reti. La strada è ancora lunghissima, ma il gruppo guidato da Mancini ha messo le cose in chiaro: al banchetto delle grandi c’è posto anche per gli azzurri.