Il sindaco Bucci: Genova uscirà più forte dalla tragedia

Il primo cittadino assicura la rinascita del territorio. Enti al lavoro per dare una casa agli sfollati e cercare di ripristinare la viabilità. A causa di scricchiolii nel moncone Est del ponte Morandi, sospese le attività di recupero dei beni degli sfollati.

Dice di aver collegato immediatamente la tragedia del crollo del ponte Morandi alle Torri Gemelle. «Per lo choc, ma anche per come ha saputo rinascere New York. E anche Genova ne uscirà più forte e più bella, di questo sono certo». Marco Bucci, sindaco di Genova, ha un’indubbia capacità manageriale e forte umanità. C’è sempre dove la sua presenza è fondamentale. Sa ascoltare, rincuorare, commuoversi e poi agire.

È un sindaco “umano”, con un cuore di carne che sa farsi ascoltare e capire, perché prima ha ascoltato e capito. Ha addosso il “peso” della città, le lamentele, le polemiche. Assorbe come una spugna la rabbia di chiunque gli si avvicina. Di chi ce l’ha con Roma, con la politica, con la burocrazia. E spiega: «Il compito del sindaco non è quello di cercare i colpevoli, c’è chi lo farà per noi. Noi dobbiamo guidare la città e cogliere l’opportunità per fare quelle cose di cui la città ha bisogno davvero. Con i fondi che avremo, con la possibilità di lavorare che avremo la città ne uscirà più smart. E con standard più moderni».

E poi, citando un passaggio dell’omelia del cardinale Angelo Bagnasco ai funerali delle vittime dice: «Mi rimangono in mente queste parole: “dobbiamo costruire ponti e camminarci insieme”. Io aggiungo che lo faremo e in fretta». E parla di un «vizio tutto italiano: ci si concentra sulle colpe del passato e non si guarda al futuro. Io devo risolvere i problemi della città. Mi è spiaciuto leggere sulle testate straniere che Genova è disperata o in ginocchio. Non è vero. La città si è mobilitata, le persone sono solidali, la città è grande. E il pesto ha sempre lo stesso gusto».il-sindaco-di-genova-marco-bucci-durante-la-visita-al-centro-sfollati-di-buranello-dove-si-da-assistenza-a-chi-non-puo-rientrare-in-casa-nella-zona-rossa-del-ponte-morandi-foto-ansa

Nel pomeriggio di sabato si è tenuto un Consiglio dei ministri in Prefettura nel capoluogo ligure, dove sono stati definiti “i contributi per l’emergenza Genova”. La Regione Liguria e il Comune di Genova avranno altri 28,5 milioni in aggiunta ai 5 già stanziati per superare le prime emergenze dopo il crollo del ponte Morandi. «Avevamo urgenza di aggiornare l’ordinanza con cui è stato decretato lo stato di emergenza a materie che non vi erano contenute – ha aggiunto il presidente Toti -. L’ordinanza è stata integrata con fondi per viabilità, trasporti su ruota e gomma, alloggi per gli sfollati più permanenti».

Lunedì prossimo, 27 agosto, il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, riferirà alle commissioni competenti sulle operazioni in corso, mentre il 4 settembre ci sarà il voto delle risoluzioni in Aula sulle comunicazioni del governo. Autostrade per l’Italia in questi giorni ha tenuto una conferenza stampa per dire quali interventi intende adottare: a spiegarlo c’erano l’ad Castellucci e il presidente Cerchiai che dopo aver espresso “profonda tristezza e cordoglio” per le vittime, hanno promesso un fondo per le esigenze immediate delle vittime che verrà gestito dal Comune, un progetto per ricostruire il ponte in acciaio in otto mesi, un fondo per indennizzare tutti coloro che saranno costretti a lasciare le loro case durante la ricostruzione.

Mezzo miliardo di euro verrà utilizzata per interventi di demolizione e ricostruzione del ponte, per le esigenze degli sfollati e le prime necessità delle famiglie delle vittime, oltre che per interventi per la viabilità di Genova. «È stato poi spiegato, riguardo al crollo del Morandi, che tutte le relazioni di cui eravamo a conoscenza davano uno stato di salute buono del ponte. I lavori decisi la scorsa primavera, non erano con una procedura d’urgenza, ma ristretta. Perché le imprese che potevano partecipare a un intervento così complesso dovevano essere selezionate. Riguardava anche un altro pilone non danneggiato. Era per allungare il tempo della vita utile del ponte».

Il viadotto Pocevera, noto come ponte Morandi, dal nome del costruttore, fu costruito negli anni Sessanta, “non da noi, ma da un altro ente”, precisa l’amministratore delegato di Autostrade. Bisognerà vedere come è stato costruito e serviranno altri elementi per poter definire le responsabilità di una tragedia che deve essere ancora indagata a fondo. Nel frattempo, a causa di alcuni scricchiolii nel moncone est del ponte segnalati dai residenti nelle ultime ore, sono state interrotte le operazioni di recupero dei beni degli sfollati da parte dei vigili del fuoco, che hanno avviato altre verifiche strutturali.

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