Silenzio, si va in scena
Un “workshop” tutto speciale, quello realizzato dal Gen Rosso con un gruppo di ragazzi tedeschi.
Colonia, Germania. Con il gruppo musicale internazionale Gen Rosso stiamo preparando un progetto educativo in una scuola superiore. In tre giorni, con gli alunni della scuola, realizziamo workshop di musica, canto, danza, teatro, scenografia e illuminazione.
La sera del terzo giorno viene presentato al pubblico il musical Streetlight con la partecipazione degli studenti in diverse scene dello spettacolo.
Ormai sono cinque anni che portiamo avanti questo tipo di progetto in diverse parti del mondo: Germania, Repubblica Ceca, Polonia, Italia, Cuba, Messico…
Questa scuola di Colonia è un po’ atipica. I ragazzi ci stupiscono fin da subito per la velocità con la quale imparano i passi di danza, per la concentrazione e la dedizione al lavoro.
Sono comunicativi e vivaci ma anche meno rumorosi dei ragazzi di altre scuole e forse un pochino più esigenti con loro stessi.
Il palcoscenico viene montato in una vecchia fabbrica di gru ormai divenuta un posto cool per realizzare concerti.
I ragazzi ci chiedono di rinforzare i bassi: desiderano sentir vibrare il pavimento sotto i loro piedi. Li accontentiamo, integrando la scenografia con due altoparlanti di diciotto pollici.
In sala le prove generali si svolgono senza perdite di tempo, la disciplina di questi giovani è ammirevole e il magnifico corpo docente fa la parte del leone.
In mezzo a tutti loro m’impressiona Angelina; avrà sì e no sedici anni, spilungona e taciturna, con una maglietta sportiva larga almeno due taglie in più della sua e una cascata di capelli biondi che, da una fascia sulla fronte, scende fino alle spalle.
Ha lavorato duramente nel workshop delle percussioni e durante lo spettacolo picchia il tamburo celtico con una grinta tale che sembra sia nata solo per quello. Batte a ritmo, senza mai distogliere lo sguardo dalle mani di uno di noi che detta il tempo dal centro della scena.
Anche il gruppo dei chitarristi è alquanto originale.
La serata risulta veramente spettacolare, a tratti commovente.
Quando sale sul palco il gruppo del coro, interpretando con le mani la canzone preparata, a tanti di noi viene un nodo alla gola. A dir la verità non ci saremmo mai immaginati un’esibizione di questo livello con degli attori non professionisti.
Quando tutto finisce, negli occhi di ognuno si legge la felicità. Ancora una volta sono riusciti a dimostrare che volere è potere.
Angelina accenna a un timido sorriso: «Ci vediamo domani a scuola», mi saluta. Nel vederla così, in quel momento, nessuno sospetterebbe minimamente che è completamente sorda. Lei, come la grande maggioranza degli allievi dell’Istituto Johann-Joseph Gronewald di Colonia.