Sidi Larbi Cherkaoui incontra i monaci Shaolin
Veloci, agilissimi, rigorosi, dal coordinamento perfetto anche nella staticità meditativa. Sfidano la legge di gravità con i loro salti mozzafiato e le incredibili acrobazie volanti, frutto di discipline orientali. Disegnano strategie spaziali che danno un’illusione d’infinito. Sono i monaci buddisti del Tempio Shaolin, religiosi mistici cinesi e maestri di Kung Fu, di arti marziali e tai chi. Dall’incontro con il coreografo contemporaneo Sidi Larbi Cherkaoui, artefice di una danza teatrale globale, sempre di forte impatto, è nato uno spettacolo di poetico dinamismo e di vertiginose visioni: Sutra, in sanscrito filo, parola che si è evoluta nella storia del pensiero orientale in significati che oscillano tra aforisma, insegnamento, canone, ecc.
Il coreografo e danzatore belga non è nuovo alla commistione di culture e generi di danza, all’incontro tra Occidente e Oriente, al rapporto tra radici etniche e miti, tra religiosità e corpo. Elementi che filtra nel suo vocabolario performativo, eclettico, fluidamente contemporaneo, per raccontare l’essere umano nei necessari sconfinamenti verso l’altro. Creato nel 2008 lo spettacolo nasce da una prima visita al monastero di Shaolin l’anno precedente dopo il quale Cherkaoui decide di lavorare a stretto contatto con i monaci per sviluppare un progetto comune. Invita Antony Gormley a creare la scenografia e il compositore polacco Szymon Brzóska per la musica dal vivo. Sutra diventa così un comune viaggio di scambio culturale e sociale, un universo artistico che parla della vecchia e della nuova Cina, di trasformazioni, giochi e danza.
Lo spettacolo riassume anche il punto di snodo culturale nel quale il coreografo belga di origine magrebina si colloca, ponendo al centro del suo personale percorso i temi della cura e dell’attenzione verso l’altro, dell’esplorazione di culture diverse, della tensione verso nuove forme di spiritualità. Ne è nato un mix coreografico esplosivo, di geniale inventiva, dove le arti marziali rivelano tutta la loro eleganza, bellezza, rigore e forza. Complice soprattutto, oltre alla musica di Bròska che, all’esotismo di antichi strumenti sacri sostituisce sonorità contemporanee, la scenografia di Gormley: un’installazione “vivente” di ventuno grandi casse parallelepipedi che dominano la bianca scena. Spostate come tessere del domino, continuamente scomponibili, trascinate, issate, abbattute, si trasformano in rifugio, mura, montagna, loculi, ponti, città, tempio, barca. Ma anche in fiori e piante. Il racconto per immagini in movimento inizia con Sidi Larbi in un angolo che gioca a tavolino con un bambino. Al centro, l’enorme pedana di scatole compatte da ferma si capovolgerà svelando via via la presenza dei 16 guerrieri. Inizialmente guardano e assecondano il gioco; poi cominciano a reagire coi loro movimenti netti, paurosi, taglienti come lame. S’innesca una reazione. Il bambino scompare tra le casse per poi riaffiorare dai pertugi e raggiungere il danzatore nel frattempo ritrovatosi dentro la propria scatola. Qui, costipato, con lo spazio soffocante che gli riduce la libertà, articolerà una danza vitale e a testa in giù. Bellissima.
Dal corpo snodatissimo Sidi Larbi ricava, una volta fuori, anche figure di animali attinte dall’imitazione cui s’ispirano le arti dei monaci. Sutra, che ha rappresentato un momento di svolta nella carriera di Cherkaoui, consacrandolo come uno degli indiscussi protagonisti della scena coreografica internazionale, torna in Italia ospite del festival di Rovereto Oriente Occidente (l’8 settembre al Teatro Sociale di Trento), e a Torinodanza (l’11 settembre al Teatro Regio di Torino) consolidando la sua collaborazione come artista associato del prestigioso festival. Cherkaoui sarà presente anche con la sua ultima creazione, Session, realizzata con Colin Dunne, una coproduzione di Torinodanza, in esclusiva per l’Italia (al Teatro Carignano, il 19 e il 20 settembre).
“Sutra”, regia e coreografia di Sidi Larbi Cherkaoui
Creazione plastica e design Antony Gormley
Musiche Szymon Brzóska
Prodotto da Sadler’s Wells London Production
Coprodotto da Athens Festival, Festival de Barcelona Grec, Grand Théâtre de Luxembourg, La Monnaie Brussels, Festival d’Avignon, Fondazione Musica per Roma and Shaolin Cultural Communications Company.